Il ruolo del volontariato e il rapporto tra natura e città. Sono questi i due temi che hanno chiuso le riflessioni del ciclo di webinar “L’economia veneta nell’epoca del Coronavirus. Una crisi che viene da lontano” organizzato dal dipartimento di Scienze economiche. Numerosi i partecipanti tra universitari e cittadini che anche durante i due ultimi incontri hanno potuto confrontarsi con fonti autorevoli su tematiche di grande attualità.
Il 16 dicembre, durante l’incontro “Un anello strategico della società e dell’economia veneta: il mondo del volontariato” i relatori hanno fatto il punto sul volontariato nel territorio, da sempre un grande sostegno per la cittadinanza e il cui ruolo è diventato sempre più cruciale data la crisi sanitaria in atto. Alla conferenza, moderata da Marco Minozzo, docente di Statistica, hanno partecipato Cinzia Brentari, coordinatrice del Centro di servizio per il volontariato (Csv) di Verona, Federica Di Leo e Michele Cea, rispettivamente vicepresidentessa e responsabile del desk del volontariato di Students for Humanity, associazione studentesca di volontariato dell’università Bocconi di Milano. Sono intervenuti anche Evaristo Arnaldi, fondatore di Dottor Clown Italia e Federica Omenetto, istruttrice nella stessa fondazione. Gli ospiti hanno sottolineato l’importanza del volontariato, che, nei mesi in cui il virus ha colpito più duramente, è riuscito a dare il supporto necessario, sia alle strutture sanitarie sia ai singoli cittadini che si sono trovati più in difficoltà, colmando numerose urgenze. Cinzia Brentari ha presentato il Csv che dal 1997 si occupa della promozione del volontariato su tutta la provincia di Verona. L’associazione no profit guarda sia ai giovani che alle altre associazioni di volontariato: ai primi offre una possibilità di orientamento e diversi progetti utili all’esperienza; alle altre dedica dei corsi di orientamento e formazione per soddisfare al meglio le esigenze della cittadinanza. Dopo di lei, Federica di Leo, ha portato la propria testimonianza di vicepresidentessa di Students for Humanity, associazione nata nel 2010 a seguito di un viaggio in Tanzania di alcuni studenti della Bocconi. Nel 2014 l’associazione è è annoverata tra quelle della Regione Lombardia e al momento ha all’attivo sette sezioni che si occupano di volontariato in diversi contesti. In seguito, Michele Cea ha raccontato la propria esperienza come studente volontario dell’associazione. A chiudere l’appuntamento sono stati Evaristo Arnaldi e Federica Omenetto che hanno raccontato l’attività di Dottor clown Italia, l’associazione che si occupava di assistenza ai malati con una particolare attenzione ai piccoli pazienti ricoverati nei diversi reparti e che a causa dell’emergenza sanitaria si è reinventata organizzando spettacoli, aiutando gli anziani con la spesa e offrendo sostegno ai servizi ospedalieri.
“Alberi, natura, città e noi: una relazione da ripensare?” è il titolo dell’ultimo incontro della rassegna che si è tenuto il 17 dicembre. La conferenza è stata coordinata da Veronica Polin, docente di Scienza delle finanze, e ha visto l’intervento di Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’università di Firenze, Valentina Ivancich, neuropsichiatra infantile, dottore di ricerca nel dipartimento di Neuropsichiatria Infantile dell’università di Roma “La Sapienza” e scrittrice, e Alberto Ballestriero, architetto paesaggista. Il webinar si è concentrato sul problema legato al verde, ormai in diminuzione nelle nostre città, che però potrebbe offrire uno spunto per un cambiamento importante del modo di vivere dopo la pandemia. Polin ha sottolineato come l’esperienza nelle città, compresa quella di Verona degli ultimi anni, sia la risposta a una crescente consapevolezza del ruolo degli alberi, e più in generale del verde, quali elementi fondamentali dello spazio cittadino, capaci di influenzare il benessere e lo stato di salute di tutta la popolazione. Francesco Ferrini ha illustrato come il cambiamento climatico, ora eclissato dal problema più immediato della pandemia, potrà portare a conseguenze irreparabili. Tuttavia, con i giusti interventi urbanistici e sostenibili, la qualità di vita nelle città migliorerebbe sensibilmente. Gli interventi di Valentina Ivancich e Alberto Ballestriero sono proseguiti sulla stessa linea ribadendo come la salute della popolazione dipenda in gran parte dalla natura e dagli spazi verdi presenti nelle città.
Le registrazioni di tutti i webinar sono disponibili sulla pagina Facebook di ateneo.