“Avvocati e docenti a rischio nel mondo” è il titolo della videoconferenza che si è svolta giovedì 4 febbraio. L’incontro è stato organizzato dalla Commissione per la cooperazione allo sviluppo internazionale dell’ateneo e dalla Commissione diritti umani dell’Ordine degli avvocati di Verona, in collaborazione con la rete Scholars at Risk, la rete nazionale In Difesa di, e con il patrocinio del Comitato unico di garanzia dell’università di Verona.
Emanuela Gamberoni, referente del Rettore per la Cooperazione allo sviluppo internazionale sociale e ambientale, ha aperto l’incontro sottolineando come questo evento sia un importante “tassello della progettualità complessiva” che l’ateneo ha scelto di portare avanti per la Cooperazione allo Sviluppo. “Crediamo in una forza positiva generativa di un lavoro di formazione, riflessione e d’informazione su questioni complesse ed urgenti tra le quali sviluppo, pace, inclusione e dignità”, ha spiegato. Oltre alle missioni tradizionali delle università, è centrale per l’ateneo “il dialogo con la società”.
Barbara Bissoli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Verona, ha evidenziato due caratteristiche proprie degli avvocati: passione e coraggio. “Gli avvocati proseguono nel loro ministero di difesa dei diritti delle persone rimanendo nel loro Paese a qualsiasi costo al fianco dei loro assistiti, anche in quei luoghi dove subiscono minacce”. La presidente ha concluso il suo intervento dedicando un pensiero di commemorazione ad Ebru Timtik, avvocata turca di origine curda per i diritti umani, deceduta lo scorso 27 agosto in carcere dopo uno sciopero della fame come protesta estrema. Ha ricordato anche la storia di Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana, reclusa in carcere a Teheran per aver difeso i diritti delle minoranze perseguitate.
Alessandra Cordiano, presidente del Cug, il Comitato unico di garanzia dell’ateneo, ha spiegato come la creazione di sinergia tra le forze dell’ateneo e la realizzazione di attività di advocacy per una responsabilità condivisa sociale e collettiva siano le due linee fondamentali dell’operato del comitato.
Claudia Padovani, per il coordinamento della sezione italiana di Scholars At Risk – SAR Italia, ha messo in luce l’ampia estensione negli ultimi anni della violazione dei diritti fondamentali. Sar Italia offre ospitalità ed accoglienza a studiosi e studiose a rischio, organizza e promuove ricerca e disseminazione e sviluppa advocacy politica assieme alle istituzioni nazionali ed internazionali.
Sara Gini, della Commissione Diritti Umani dell’Ordine degli Avvocati di Verona, ha poi aperto la prima parte dell’incontro dedicata agli Avvocati minacciati. Barbara Spinelli, avvocata, componente del Comitato esecutivo dell’Associazione europea delle giuriste e dei giuristi per la democrazia e i diritti umani nel mondo (ELDH) e dell’Associazione nazione giuristi democratici, ha spiegato i principi e gli intenti del volume “La difesa per i diritti umani”, primo monitoraggio in italiano sulle violenze subite dagli avvocati in tutto il mondo e ha portato l’esempio dei crescenti attacchi all’avvocatura in Turchia. Il tema della libertà accademica quale manifestazione specifica della libertà di espressione, e la crescente vulnerabilità a cui essa è soggetta per interferenze, pressioni o repressioni da parte di attori statali e non statali sono stato ripresi da Isolde Quadranti, referente Sar del nostro Ateneo. Come ha posto in luce la testimonianza di Simten Cosar, visiting professor Sar all’università di Pittsburgh, particolarmente grave è la situazione in Turchia dove, dopo il giro di vite di iniziato nel 2016 con il caso degli Academics for Peace e l’appello da essi lanciato per una soluzione pacifica della questione curda, la comunità accademica è ora gravemente paralizzata e segnata da forti tensioni tra il governo e le centinaia di studenti scesi a manifestare contro la nuova stretta sugli atenei. Sevgi Doğan, research fellow alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha illustrato le iniziative promosse da numerosi atenei per permettere agli studiosi costretti in esilio di proseguire nella loro ricerca e rendere la loro esperienza di “migranti intellettuali” una questione politica e sociale.
Ha concluso l’incontro Francesco Martone, fondatore e portavoce della Rete In difesa di. Martone ha presentato il progetto pilota nazionale “Città In difesa di” volto a creare una rete di Shelter Cities in Italia per il sostegno, l’accompagnamento e la protezione dei difensori dei diritti umani e auspicato che le sinergie con la rete Scholar at Risk e altre reti impegnate nella tutela dei diritti e di chi li difende possano favorire il costituirsi di collaborazioni tra enti locali e istituzioni in iniziative di advocacy, formazione e accoglienza.