Una visione ottimistica è ciò che ha caratterizzato “Vincere nel new normal – Priorità e azioni per il rilancio dell’industria e dell’economia veronese”, conferenza tenutasi venerdì 19 febbraio in occasione della rendicontazione dei bilanci delle “prime” 500 aziende del territorio veronese. L’evento è stato condotto da Maurizio Cattaneo, direttore de L’Arena, Mario Puliero, direttore di Telearena, e Paolo Dal Ben, responsabile delle pagine Economia e web del quotidiano. L’iniziativa è stata tenuta dal Gruppo Athesis in collaborazione con PwC e il dipartimento di Economia aziendale d’ateneo. I temi principali attorno cui si è discusso sono stati le difficoltà affrontate durante il periodo pandemico, le strategie adottate per sopravvivere e le implicazioni del “new normal”, la nuova quotidianità che continuerà a definire la vita anche economica di imprese e cittadini.
L’amministratore delegato del Gruppo Athesis, Matteo Montan, ha confermato l’importanza di Top500 a sostegno del territorio perchè garantisce la possibilità di raccontarne le diverse realtà. L’innovazione per Athesis è imprescindibile e si realizzerà con diverse iniziative, come “il sito di Top500 verrà inaugurato e implementato con una sezione di data visualitazion per dare la possibilità di vedere i dati anche delle altre edizioni”.
Bettina Campedelli – docente di Economia aziendale nell’Ateneo, dove si occupa di Performance management e di Corporate governance, e amministratore indipendente in imprese, anche quotate, operanti nei settori finanziario, meccanico, della moda e delle infrastrutture – ha evidenziato come l’evento rafforzi il legame tra università e territorio. “Le Top500 sembrano un numero ridotto rispetto al complesso delle imprese veronesi”, ha continuato, “ma generano più del 90% del fatturato dell’economia del territorio”. “Nel 2019 più di 58 miliardi di fatturato è stato prodotto dalle Top500”, con il 62% delle imprese in crescita e ciò rappresenta un pilastro importante per affrontare la crisi sopravvenuta nel 2020”. “Il territorio veronese si è distinto per una performance lievemente migliore rispetto al nazionale”, ha proseguito Alessandra Lanza, senior partener Prometeia. “Nel 2021”, ha previsto Lanza, “i tradizionali mercati di sbocco potranno riaprire”. Le imprese veronesi trovano, infatti, una solida tradizione sui mercati internazionali, esportando tra il 75 e il 95% del fatturato. Andranno però tenuti in considerazione altri due comparti decisivi per il prossimo decennio: la digitalizzazione e la sostenibilità, sia ambientale che climatica. Sandro Bicocchi, direttore ufficio studi PwC Italy, ha sottolineato che è stata fatta un’indagine su un campione di imprese nazionali volta a capire le dinamiche attivate durante questo particolare periodo. “Per il 90% le imprese hanno messo in sicurezza lavoratori e posti di lavoro”, ha spiegato Bicocchi, “hanno poi riorganizzato gli spazi e adottato strumenti di collaborazione digitale per rendere più efficiente ed efficace il lavoro”. Digitalizzazione e automazione sono state le colonne portanti della “tattica di difesa” del breve periodo. Analista strategico e responsabile Limes per l’America, Dario Fabbri ha portato una panoramica della situazione geo-politica attuale. “La pandemia ha avuto effetto sui modelli di reazione delle principali potenze, che hanno gestito il fenomeno in maniera diversa”. Una chiusura totale, per le potenze non europee, avrebbe minato la sicurezza dei paesi che avrebbero potuto essere attaccati militarmente. Leonardo Rigo, responsabile direzione territoriale Verona e Nord-Est di Banco Bpm, ha evidenziato come a Verona “presenze e arrivi sono calati di oltre il 60%, percentuale maggiore rispetto alle altre province della regione”. Bpm vuole essere una banca del e nel territorio, con 150 filiali nel veronese; i mesi di chiusura, tuttavia, hanno rappresentato una sfida anche per l’istituto perché interessati da complessità organizzative che ha spesso condotto a turnazione dei colleghi e chiusura di filiali, comportando anche ad un certo disservizio nei confronti dei clienti.
La seconda tavola rotonda, “Vincere nel new normal”, è stata aperta da Joerg Heberart, presidente e ceo di Air Dolomiti, che ha confermato gli interventi dei colleghi, sottolineando come anche la compagnia aerea abbia “adottato misure a tutela dei dipendenti e cercato di rendere i viaggi sicuri”. Il gruppo vedere per il futuro “una zona opaca”, ma si aspetta una ripresa abbastanza veloce seppur differenziata in base al settore. Emanuela Lucchini, presidente Ici Caldaie, ha riportato l’attenzione ai progetti di innovazione, accelerati durante il periodo pandemico. “È aumentata la necessità di ricerca sulla transizione ecologica, sulla necessità di non bruciare più idrocarburi e azzerare le emissioni di co2”. “Bisognerà trovare il modo di avvicinarsi e lavorare in team”, fattore imprescindibile per progetti di lavoro che si fondano sulle singole specificità e la collaborazione. “Dopo un primo periodo drammatico è seguita una ripresa e ora si vive un periodo negativo, ma interlocutorio”, ha spiegato Giuseppe Degrandi, amministratore delegato di Fresenius Kabi Italia. “Il settore farmaceutico ha avuto una grandissima importanza”, dando un grande contributo alla gestione della pandemia e mostrando la capacità unica di saper fare sistema. “L’industria farmaceutica è stata riconosciuta come industria strategica” ed è stata inserita nell’agenda politica anche europea. Raffaele Boscaini, direttore marketing di Masi agricola S.p.A., ha affermato come “l’industria del vino opera all’interno di una filiera, quella della natura, che non si è mai fermata”. “All’interno del processo noi siamo lo snodo e ci siamo trovati in una situazione difficile” da hanno cercato di uscire operando strade diverse, quali vicinanza agli esercenti, contatto diretto con il consumatore finale attraverso attività sui social media e adozione di nuovi canali per la distribuzione dei prodotti.
È possibile rivedere la conferenza sul sito e sulla pagina Facebook de L’Arena.