“Education and Intercultural Identity” è il titolo del nuovo libro di Agostino Portera, docente di Pedagogia interculturale dell’università di Verona. Il volume, edito dalla prestigiosa casa editrice Routledge, offre un dialogo tra Portera e Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo polacco di fama internazionale scomparso nel 2017, su eventi e problematiche contemporanee relativi alle crisi globali, specie nei settori della convivenza, dell’educazione e dell’identità.
Il libro, che presenta anche un’introduzione dell’editore, saggista e traduttore Riccardo Mazzeo, sottolinea come l’educazione interculturale sia il modello migliore per affrontare conflitti e sfide della società odierna. Tra i temi affrontati nel dialogo ci sono la crisi dei rifugiati, il nazionalismo autoritario in crescita, il dialogo interreligioso e i rischi e le sfide della globalizzazione e della sostenibilità. Si tratta di un volume che sarà di grande interesse per accademici e studenti nel campo dell’educazione e della sociologia, specie sociologia dell’educazione.
“Il libro è il risultato di una riflessione comune sulle più cogenti sfide del tempo presente, di cui Bauman è uno dei più acuti esperti e osservatori al mondo”, ci ha raccontato Portera. “Lo scopo del libro è quello di riflettere insieme non solo sulle sfide e sui rischi che esistono ma anche sulle possibili risposte. L’idea di scrivere assieme il libro è nata dopo che il professor Bauman ha tenuto una prolusione durante la conferenza internazionale “Intercultural Education and counselling in the global world”, che si è tenuta a Verona dal 15 al 18 aprile 2013 organizzata dal Centro studi interculturali dell’università di Verona, in collaborazione con l’Ontario Institute for Studies in Education (OISE), l’università di Toronto, International Association for Intercultural Education (IAIE) e National-American Association for Multicultural Education(NAME). Al convegno hanno partecipato circa 160 relatori (inclusi alcuni dei massimi esperti del settore) e 400 persone provenienti da tutti i continenti e dalla maggior parte dei paesi del mondo (Italia, Inghilterra, Olanda, Germania, Spagna, Portogallo, Svezia, Danimarca, Svizzera, Malta, Grecia, Canada, USA, Russia, Africa, India, Sud America, Israele, Sri Lanka, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Estonia, ecc). In tale contesto, con Bauman abbiamo avuto l’opportunità di riflettere assieme e, visto il suo spiccato interesse per l’educazione e le competenze interculturali, abbiamo deciso di estendere le riflessioni su cambiamenti, rischi e opportunità nell’ambito di un libro”.
Bauman ha insistito spesso sul concetto di Modernità liquida: “Per quanto alcuni autori, specie nel settore sociologico, oggi lo ritengano un assioma superato, a mio parere Bauman è riuscito a coniare un termine che ha aiutato e continua a favorire migliaia di studiosi e cittadini a individuare bene molte delle sfide e dei rischi del tempo presente”, ha spiegato Portera. “A mio parere, il concetto di liquidità descrive ancora egregiamente la costante perdita di solidità e stabilità del tempo presente. Si pensi ad esempio ai settori dei rapporti umani, alle amicizie, persino agli “amori”, ai rapporti di coppia, alle famiglie. Assistiamo un costante aumento del disimpegno, una forte tendenza alla separazione e all’individualismo. Concetti fondamentali nel settore educativo, come impegno o responsabilità, paiono essere divenuti obsoleti, se non addirittura sconsigliati”.
Uno dei temi del libro è quello dell’inquinamento e la biodiversità, su cui le nuove generazioni hanno dimostrato un’attenzione particolare negli ultimi anni: “Il mondo di oggi e quello che stiamo lasciando in eredità ai nostri figli e nipoti è gravemente malato. All’inizio dei miei studi di psicologia si diceva che per stabilire se ci trovavamo nell’errore o nel settore del disturbo bastava confrontarsi con la maggioranza di persone”, racconta l’autore del libro. “Così è nato anche il concetto di ‘normalità’. Oggi, invece, ci troviamo a vivere in un tempo dove la maggioranza non può essere un valido e sano riferimento. Interi gruppi e società hanno intrapreso decisioni e adottano modalità comportamentali che andrebbero definite come errate se non addirittura patogenetiche. Sicuramente in tale ambito sono da annoverare l’inquinamento, le deforestazioni, la perdita di biodiversità, che stanno rendendo la terra luogo inospitale e ostile. Ma si pensi anche ai rapporti interpersonali, dove prevale la cultura neoliberale del sospetto e della segregazione: molti conflitti si affrontano con la rottura e la separazione; rapporti solidi di amicizia o di coppia si interrompono con un click di mouse. Oggi, specie nelle società cosiddette civili e democratiche, abbiamo un disperato bisogno di educazione. Abbiamo bisogno di conoscenza profonda di principi e meccanismi per il tramite di mezzi di informazione a servizio dei cittadini e non della politica o delle lobby. Come afferma Bauman, abbiamo bisogno di comunità: costruire legami stabili, fondati sulla fiducia e in grado di resistere e superare conflitti e crisi. Per fortuna molti giovani studenti paiono cogliere in modo opportuno tali sfide, rischi e opportunità. La speranza più grande è risposta in loro. La responsabilità di fornire le premesse e rendere fattibili i necessari cambiamenti è nelle mani di chi detiene il potere oggi: cioè nostra”.