Tra i progetti vincitori del Bando Roche dedicato alla medicina di precisione anche un lavoro presentato dall’Università di Verona. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio di Aiom, l’associazione italiana di oncologia medica, mentre la valutazione delle candidature è stata affidata alla Fondazione Gimbe La medicina di precisione sta rivoluzionando la cura delle patologie oncologiche, che in Veneto interessano ogni anno oltre 30.000 nuovi pazienti.
Sono stati selezionati i vincitori del bando “Roche per la Medicina di Precisione”. Tra i progetti di ricerca finanziati anche quello presentato dall’università di Verona, che riceverà un contributo pari a 50.000 euro.
Roche ha deciso di dedicare un bando specifico alla medicina di precisione, a conferma della rilevanza che questo emergente modello di cura sta assumendo all’interno del sistema Salute. Un approccio integrato che considera l’insieme delle caratteristiche genomiche del tumore di ciascun paziente così da realizzare diagnosi e percorsi terapeutici sempre più personalizzati.
Sono 6 i progetti di ricerca premiati in tutta Italia, per un finanziamento complessivo di 300.000 euro, nell’ambito dell’iniziativa promossa da Roche, a conferma del proprio impegno a sostegno della ricerca scientifica. L’obiettivo del bando è, infatti, quello di dare slancio all’implementazione di soluzioni innovative per la medicina di precisione nel nostro Paese e promuovere questo nuovo approccio diagnostico-terapeutico nell’ottica di migliorare la presa in carico dei pazienti colpiti da patologie tumorali. Finalità ancora più valide specialmente in un periodo storico come quello attuale, in cui sono emerse con maggiore forza le criticità esistenti nella gestione dei pazienti complessi.
Il progetto dell’ateneo si propone di applicare alcune soluzioni innovative offerte dall’oncologia di precisione per migliorare la diagnosi dell’adenocarcinoma duttale pancreatico, una forma aggressiva di cancro in rapido aumento, tanto da essere indicata da alcune indagini come la seconda causa di mortalità tra tutti i tipi di tumori nel 2030.
“L’adenocarcinoma duttale pancreatico è un tumore ancora difficile da curare, con una sopravvivenza complessiva a 5 anni dalla diagnosi che rimane bassa nonostante i progressi in ambito di prevenzione, diagnosi e terapia. A oggi la terapia migliore è rappresentata dalla associazione di chemioterapia sistemica e intervento chirurgico, che però è possibile solo nel 20% dei pazienti – hanno dichiarato Antonio Pea, ricercatore universitario e Roberto Salvia, docente di Chirurgia generale e pancreatica nel dipartimento di Scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno infantili dell’ateneo – Con questo studio vogliamo comprendere se l’identificazione, nel sangue dei pazienti, di molecole “sentinella” prodotte dalle cellule tumorali, possa permettere di arrivare a una definizione più accurata dello stadio di malattia che possa consentire di predirne il comportamento biologico, aiutando il medico nella scelta di una terapia sempre più paziente-specifica”.
“La vincita di questo bando da parte dell’università di Verona è non solo un prestigioso riconoscimento al gruppo di ricerca coinvolto, ma anche la spia di una cultura oncologica di eccellenza della nostra regione, ove la medicina di precisione, in tutte le sue articolazioni, rappresenta uno degli scopi principali dell’azione della rete oncologica – ha precisato Giuseppe Azzarello, coordinatore Aiom per la Regione Veneto – L’obiettivo comune, infatti, è una sempre più ampia sinergia tra istituzioni, pazienti e comunità scientifica, per approdare a modelli di assistenza e terapia personalizzata, economicamente sostenibili e integrati con i percorsi diagnostico-terapeutici più avanzati in accordo con le linee guida delle maggiori associazioni scientifiche. Questo è ancora più importante se pensiamo ai numeri del cancro in Veneto: oltre 30.000 nuovi casi di tumore all’anno, con sopravvivenze a lungo termine che, in alcune neoplasie, sono tra le più alte in Italia“.
Il contributo di Roche vuole quindi agevolare l’attivazione di queste risorse fondamentali nei diversi centri clinici distribuiti sul territorio italiano, al fine di implementare percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali (PDTA) ottimizzati e sempre più personalizzati, garantendo un accesso il più ampio ed equo possibile all’innovazione terapeutica e diagnostica, con un’attenzione alla sostenibilità.
La valutazione dei progetti candidati al Bando Roche per la medicina di precisione è stata affidata alla Fondazione Gimbe (Gruppo Italiano Medicina Basata sulle Evidenze), a garanzia dell’imparzialità e trasparenza del processo di selezione dei vincitori. Tra i criteri di valutazione rientrano sia la qualità del progetto, in termini di potenziali benefici apportati ai pazienti e alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, sia la qualità delle attività scientifiche del centro candidato.
Contributo a cura dell’ufficio stampa Roche