Presentati martedì primo giugno, allo Stadio Bentegodi di Verona, i risultati del primo anno di progetto “Più Vita Sana con le PAUSE ATTIVE”. Erano presenti il docente di Scienze Motorie Luciano Bertinato, che ha seguito il progetto dalla sua nascita e la ricercatrice Alina Klonova, che ha proposto alcuni esempi di Pause Attive di intensità diversa.
L’iniziativa, che gode del patrocinio del Comune di Verona, è nata dalla collaborazione tra l’Ufficio Scolastico Provinciale UAT VII – Educazione Fisica Motoria e Sportiva, l’area Scienze Motorie del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’Università di Verona e DNA Sport Consulting, per introdurre nelle scuole primarie del veronese nuove sane abitudini all’insegna dello sport.
Le Pause Attive (active breaks) costituiscono una metodica, ormai affermata e supportata scientificamente in ambito scolastico a livello internazionale, che consente di alternare opportunamente (sempre a seconda delle diverse esigenze) i momenti di impegno cognitivo previsti nella didattica e quelli di impegno fisico-ricreativo, fisico-cognitivo, attentivo e mnemonico. Uno strumento concreto per contrastare la sedentarietà quotidiana, messo a punto per essere integrato con facilità nella routine quotidiana scolastica degli alunni.
“Più Vita Sana con le PAUSE ATTIVE” è un progetto con basi fortemente scientifiche. Da oltre un secolo la scienza studia i “tempi di attenzione” delle persone, le forme e le modalità di memoria e apprendimento. È emerso che momenti troppo intensi o troppo lunghi di una medesima attività portano a un decadimento delle capacità di attenzione, memorizzazione ed efficienza fisica. In particolare, nell’età scolare e in un mondo ad alto sviluppo tecnologico, è necessario e opportuno diversificare le proposte agli studenti, ponendo al centro il benessere della persona nella sua totalità.
Le Pause Attive sono dunque dieci minuti di attività di gioco e divertimento, da svolgere in classe per intervallare i momenti di lezione frontale e migliorare il benessere e l’apprendimento. Diversificare gli stimoli, infatti, aiuta bambini e bambine nelle attività di memorizzazione e concentrazione, con effetti benefici sul clima in aula.
Già a partire dal 2017, le Pause Attive vengono integrate nella routine scolastica di diversi Paesi come Irlanda, Australia, Stati Uniti e Inghilterra. Grazie al progetto “Più Vita Sana con le PAUSE ATTIVE”, questa metodica è arrivata anche in ben 415 classi del veronese, che hanno aderito all’iniziativa lo scorso settembre, al rientro in aula dopo i difficili mesi di lockdown.
Le classi, per familiarizzare con questo metodo in modo semplice e divertente, hanno ricevuto un kit costituito da due poster da appendere in classe (cartellone didattico e calendario) e una serie di schede didattiche e multimediali inserite nel sito dedicato.
“Gli insegnanti che si sono iscritti al progetto – spiega Bertinato – sono stati 400 e alcune classi ci hanno già restituito il cartellone e il calendario compilati: due strumenti che non solo hanno permesso agli alunni di identificare l’intensità e la tipologia ludica delle Pause, ma anche di inventarne di nuove. Alcune invenzioni hanno ulteriormente dimostrato come le esperienze motorie possano diventare opportune per apprendere con maggiore consapevolezza, diventando pratiche per scoprire e imparare in modo diverso la matematica, le scienze, la lingua. Il calendario ci ha permesso anche di vedere quale è stata nel tempo l’evoluzione delle Pause Attive: a dicembre sono state 257, a gennaio 400, a febbraio 458, a marzo 284, ad aprile 433 e a maggio 356. Sottolineo che la formazione è l’aspetto nodale di questo progetto. Ci rivolgiamo a tutti i docenti, non solo quelli di educazione fisica, affinché comprendano che la qualità della didattica passa anche attraverso questi aspetti: movimento e divertimento. Nelle Pause attive si fa attività cognitiva, psicologica, emotiva e fisica. Abbiamo iniziato due anni fa con la formazione degli insegnanti e nel tempo la partecipazione è cresciuta. A settembre ripartiamo con la formazione per tutti i gradi scolastici”.
“Proporre all’interno delle attività didattiche le Pause Attive apporta benefici psico-fisici importanti per i più giovani. Questo progetto va ad arricchire ulteriormente le multidisciplinari iniziative scientifiche per il movimento, il benessere e la salute proposte dal Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento”, afferma il direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento Andrea Sbarbati.
“Più Vita Sana con le PAUSE ATTIVE” si sviluppa su base triennale e, se quest’anno ha fronteggiato tutte le difficoltà della pandemia, la speranza è che il prossimo biennio possa segnare un graduale ritorno alla normalità e una conseguente adesione più massiva al progetto Pause Attive.
Oltre al contributo e al patrocinio del Comune di Verona, il progetto ha trovato l’importante sostegno di due aziende strettamente legate al territorio: Consorzio ZAI e AMIA.
Contributo comunicazione Scienze Motorie