Si è spento il 13 agosto Emilio Butturini, professore ordinario di Pedagogia generale e di Storia della pedagogia, presidente del corso di laurea in Scienze dell’educazione per due trienni, direttore del Dipartimento delle Scienze dell’educazione e preside della Facoltà di Scienze della formazione dal 2000 al 2006.
“L’intera comunità universitaria è profondamente addolorata per la perdita del professor Emilio Butturini – dichiara il Magnifico Rettore Pier Francesco Nocini – Oltre a essere stato un intellettuale di grande valore, i cui studi hanno dato un importante contributo alla cultura storico-pedagogica universitaria, lo ricordiamo come raffinato studioso di Storia dell’educazione e uomo impegnato nella testimonianza di un ideale democratico. Ha saputo, negli anni in cui ha rivestito il ruolo di preside di facoltà di Scienze della Formazione, mostrare una intensa umanità, una vita di solidarietà e una attenta vicinanza a tutti e a tutte”.
Pubblichiamo, di seguito, alcuni ricordi del professore scritti da colleghe e colleghi
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Ci separava quella differenza d’età, poco più di una decina d’anni, che segna spesso una distanza che non consente una comunanza d’amicizia che si traduca in momenti di fraternità concreta; eppure rimaneva saldo per entrambi il comune legame a quell’esperienza del don Mazza che riaffiorava in Emilio Butturini per il suo stile di concretezza e di disponibilità che doveva segnare gran parte della sua attività, anche in ambito accademico, senza cercare di creare barriere di una affettata superiorità nei confronti degli altri. Il carattere schietto e sincero traspariva anche dai momenti in cui la tensione lo portava a reagire senza infingimenti, per difendere e proporre quegli ideali ai quali rimaneva sinceramente legato. Mi ricordava un giorno che, chiamato a una commissione di lavoro a livello regionale tra gli atenei, aveva raccolto da un collega questa singolare testimonianza che condensava in breve lo stile del vero professore universitario: “Se tutti capiscono quello che dici, che professore sei: il vero professore deve sempre rimanere al di là della comprensione delle persone comuni”. Io credo che Emilio Butturini sia stato un esempio di segno totalmente opposto. Insegnare era per lui una testimonianza, che non si può rendere se non con la sincerità di chi sa mettersi a livello dei propri studenti e con loro aprirsi alla ricerca e all’approfondimento, senza garantirsi uno spazio privilegiato basato solo sulla distinzione dei ruoli.
Al momento della creazione della nuova Facoltà di Scienze della formazione nel 2000, dopo che nove anni prima la vecchia Facoltà di Magistero era stata trasformata in Facoltà di Lettere e filosofia, doveva essere lui a prendere il testimone della nuova compagine accademica, con il contributo e il sostegno di tanti colleghi. Si trattava in qualche modo di riprendere quella vocazione didattica che le vecchie Facoltà di Magistero avevano rappresentato nella storia dell’Università italiana, garantendo nuove possibilità di sviluppo per tanti colleghi. Emilio Butturini ha potuto così mettere a servizio della comunità accademica le sue doti umane e scientifiche, offrendo un contributo di particolare rilievo.
In questi momenti così burrascosi che ci lasciano sgomenti per gli scenari futuri, non posso non ricordare i suoi testi per l’educazione alla pace, nati dalla consapevolezza che il superamento delle guerre passa attraverso un’educazione a trecentosessanta gradi, un’educazione che non abbia mai a trascurare, né sottovalutare, la risorgente tentazione della violenza. Emilio Butturini ci lascia anche a questo riguardo una testimonianza di sincera e calda umanità che non mancherà di risultare fruttuosa anche per le generazioni future.
Ferdinando Marcolungo
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Dopo la laurea presso l’università di Padova nel novembre 1960, con 110/110 e lode, in lettere classiche con una tesi in storia antica, ha insegnato per anni negli istituti superiori: all’ITIS “G. Ferraris” di Verona e ai licei classici “Rosmini” di Rovereto e “Augusto” di Roma, all’istituto magistrale “Isabella d’Este Gonzaga” di Mantova, ai licei scientifici “Messedaglia”, “Galilei” e “Fracastoro” di Verona, fino a quando è stato chiamato alla docenza universitaria di Pedagogia generale e di Storia della pedagogia nelle università di Padova e di Verona (Facoltà di Economia, di Lingue, di Magistero, di Lettere e di Scienze della Formazione), in qualità di professore associato dal 1982 e di ordinario dal 1990.
È stato Presidente del Corso di laurea in Scienze dell’educazione dell’Università degli Studi di Verona per due trienni e Direttore del Dipartimento delle Scienze medesime per un biennio, prima di essere eletto, dal novembre 2000 al settembre 2006 (per due mandati) Preside della nuova Facoltà di Scienze della Formazione, ora Dipartimento di Scienze Umane.
È stato pure impegnato nell’Azione Cattolica, con responsabilità anche nazionali in qualità di Delegato nazionale Studenti nel 1966 e 1967 e di Consigliere Centrale dell’Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi (UCIIM) per 25 anni; nell’attività amministrativa per due mandati come Consigliere del Comune di Verona dal 1994 al 2002, anche con funzione di capo-gruppo.
Ha offerto importanti contributi su vari temi di ricerca di carattere storico-pedagogico con numerosi articoli, saggi e libri. La problematica che gli stava molto a cuore e che l’ha accompagnato per tutta la vita riguarda l’educazione alla pace approfondita in particolare nei seguenti testi: La nonviolenza nel Cristianesimo dei primi secoli, con prefazione di D.M. Turoldo, Paravia, Torino 1977 – rist. 1979 e 1986; La croce e lo scettro. Dalla nonviolenza evangelica alla chiesa costantiniana, Ed. Cultura della Pace, Firenze 1990; Mario Gecchele, Scoutismo ed educazione alla pace, Mazziana, Verona 1998; La pace giusta. Testimoni e maestri tra ‘800 e ‘900, Mazziana, Verona, giunta alla quarta edizione nel 2007.
L’attenzione nei confronti del mondo giovanile è stata oggetto di importanti riflessioni, ma soprattutto in Disagio giovanile e impegno educativo, La Scuola, Brescia, 1984 (II ed. 1986).
Sulla questione dell’insegnamento della religione è tornato più volte in vari articoli pubblicati in riviste pedagogiche ed in particolare nel volume: La religione a scuola. Dall’Unità ad oggi, Queriniana, Brescia 1987.
Ha dedicato importanti saggi sulla storia della scuola media, in particolare sull’apporto di Guido Gonella, sulla questione della parità scolastica, su Gesualdo Nosengo.
Emilio Butturini ha delineato il profilo e l’impegno educativo di numerosi fondatori e maestri di vita operanti nel contesto storico veronese tra Ottocento e Novecento. In particolare ha scritto su don Nicola Mazza, Elena Da Persico, don Giovanni Calabria, don Giuseppe Baldo, Giuseppe Nascimbeni, Carlo Perucci. Inoltre, ha dato alle stampe con l’editrice veronese Mazziana: Rigore e libertà: la proposta educativa di don Nicola Mazza (1790-1865) nel 1995 e Istituzioni educative a Verona, nel 2002 (II ed.).
Altra attenzione ha riservato alla riflessione sull’evoluzione della famiglia e della sua azione educativa nella tradizione culturale e religiosa dell’Occidente. Gli ultimi contributi riguardano la visione dell’infanzia in alcune proposte pedagogiche degli ultimi due secoli.
Con i suoi contributi il professor Emilio Butturini ha donato senz’altro un importante apporto alla cultura storico-pedagogica, frutto di studio puntuale e appassionato. Di certo la ricerca scientifica che lo ha animato non è stata disgiunta da numerosi impegni in ambito civile, amministrativo e sociale: si potrebbe affermare che esiste una circolarità tra l’intensa produzione intellettuale e quanto in concreto ha cercato di tradurre in pratica.
Lo ricordiamo non solo come docente universitario, ma anche come persona buona, dal carattere mite, uomo di pace, amante della famiglia, capace di tessere relazioni amicali di collaborazione, animato da una profonda fede religiosa.
Paola Dal Toso
È possibile inviare una frase in ricordo del professor Butturini all’indirizzo email ufficio.stampa@ateneo.univr.it