In questa nuova puntata de “La ricerca continua” Elisa Mantovani, dottoranda in Neuroscienze, Scienze Psicologiche e Psichiatriche, e Scienze del Movimento, presenta il lavoro condotto da un team di ricercatrici e ricercatori del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento e del dipartimento di Medicina di ateneo.
“Le pazienti e i pazienti affetti da sindrome da fatica cronica – spiega Mantovani – riferiscono ai clinici di vivere in una sorta di condizione cronica di batterie scariche. Attualmente, le cause da cui questa malattia ha origine e la sua evoluzione non sono note e si pensa che i fattori scatenanti siano molteplici. Tra questi trigger, alcune infezioni virali come quella da virus Sars-Cov-2 “.
La ricerca ha preso le mosse da pubblicazioni dell’ultimo anno sulla condizione di long Covid che colpisce una quota importante di pazienti che, a distanza di mesi dalla soluzione della malattia, continuano a lamentare sintomi persistenti e profondamene debilitanti come fatica fisico-mentale, difficoltà nel sonno e sintomi dolorosi continui.
“Tali sintomi, – aggiunge Elisa Mantovani – sono tipici della sindrome da fatica cronica. Per questo il nostro studio ha preso in esame la condizione di circa 40 pazienti che hanno contratto l’infezione a diversi gradi di gravità durante il primo picco pandemico. Si tratta di uno studio osservazionale preliminare condotto sottoponendo i pazienti ad una serie di valutazioni multidisciplinari tra cui visite neurologiche, cognitive, psicologiche e indagini strumentali che hanno permesso di quantificare eventuali alterazioni di funzionalità polmonare”.
I risultati delle analisi hanno consentito ai ricercatori di identificare un 27% del campione che, a distanza di sei mesi dalla risoluzione della fase più acuta della malattia, presenta sintomi come quelli della sindrome di fatica cronica, escludendo però il contributo di questo tipo di alterazioni nello sviluppo della condizione patologica.
La ricerca continua. Lo studio sta progredendo, è infatti prevista una valutazione in follow up a distanza di un anno dalla fase acuta di malattia in modo da monitorare l’andamento della sintomatologia simil-sindrome da fatica cronica in questa particolare categoria di pazienti.
L’appuntamento con i racconti della ricerca in Univr prosegue nelle prossime settimane con la pubblicazione di un nuovo video sulla pagina dedicata del sito www.univr.it