Lo studio del villaggio alpino di Piuro coordinato da Fabio Saggioro, docente di Archeologia medioevale, con l’aiuto del suo team di ricercatori e ricercatrici, studentesse e studenti, ha portato a dei ritrovamenti appartenenti all’epoca tardo romana. Si tratta di una scoperta quanto mai inattesa e sorprendente per la storia del piccolo borgo.
Saggioro, infatti, ha spiegato come Piuro sia noto soprattutto per la violenta frana che lo colpì nel 1618, catalizzando la maggior parte dell’attenzione degli studiosi nei secoli successivi. Mettere a fuoco Piuro, tuttavia, vuol dire anche raccontare una parte della storia delle Alpi e, per questa ragione, lo studio si è rivolto alle caratteristiche paleoambientali, cioè i cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli e come l’uomo vi si sia adattato.
Grande è stato lo stupore quando gli scavi hanno portato alla luce sepolture e strutture murarie di enormi dimensioni, precedenti alla fase del villaggio e indicanti, quindi, come ad un certo punto, probabilmente intorno all’VIII secolo d.C., il villaggio si sia sviluppato su un’area funeraria. “L’orizzonte cronologico di queste sepolture e di questa struttura” afferma Saggioro “sembra rimandare all’epoca tardo romana, aprendo quindi uno scenario nuovo: origini molto complesse che forse si legano a quella fase di instabilità della fine del mondo romano e l’inizio del medioevo”.
Intervista di Alessia Soriolo, tirocinante Univerona News