“Il mondo dello sport può essere luogo di formazione importante, se vissuto con il giusto spirito e arricchito dalla presenza di modelli educativi forti. Tra questi modelli risaltano certamente i protagonisti delle diverse discipline sportive che partecipano alle Paralimpiadi”, con queste parole Valentina Moro, docente di Psicobiologia e Psicologia fisiologica ha presentato “Semplicemente se stessi\e”, l’incontro con atlete e atleti delle Paralimpiadi che si è tenuto lo scorso 10 dicembre nell’Aula T1 del Polo Zanotto.
L’appuntamento, organizzato con la collaborazione del dipartimento di Scienze umane, è stato aperto dall’intervento di Federico Schena, delegato del rettore alla Didattica e allo Sport, che ha portato i saluti del Magnifico Rettore. Ruggero Vilnai, presidente del Comitato italiano paralimpico regionale Veneto, ha poi espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, soprattutto per il messaggio di determinazione e tenacia trasmesso dagli atleti italiani e per la visibilità che le gare hanno ricevuto dai media nazionali.
La parola è passata agli ospiti dell’appuntamento. Francesco Bettella, nuotatore italiano vincitore di due bronzi a Tokyo 2020 e laureato in Ingegneria meccanica, ha ripercorso la sua carriera agonistica e accademica, percorsi svolti in parallelo, spesso intrecciandosi. “Medaglie e titoli sono il risultato tangibile di questo percorso – afferma Bettella – il quale, tuttavia, mi ha lasciato qualcosa di più importante, ovvero una crescita personale sotto tanti punti di vista: fisico, atletico, sociale e caratteriale. Come in tutti i percorsi ci sono state difficoltà, ma il porsi continui obiettivi ha contribuito a superarle, forgiando il mio carattere e fortificando la fiducia in me stesso”.
Anche Federica Fornasiero, responsabile tecnico nazionale “atleti interesse nazionale” della Finp, Federazione internazionale nuoto paralimpico, ha parlato dell’importanza di avere sempre nuovi obiettivi da raggiungere, “il ruolo di un coach e di un educatore è quello di saper valutare il livello dell’asticella e il lavoro costante e quotidiano è quello che permette di capire se poterla alzare o se è il caso di aspettare e consolidare quanto già raggiunto”. Fornasiero ha poi sottolineato quanta strada lo sport paralimpico ha fatto negli anni, “le mie prime esperienze con atleti con disabilità risalgono alla fine degli anni ’90. All’epoca c’era molta diffidenza in tanti ambiti: dai gestori delle piscine che separavano i nostri allenamenti da quelli degli altri atleti, ai proprietari degli hotel che si rifiutavano di ospitarci durante le trasferte”.
Presente in collegamento Cecilia Camellini, atleta e psicologa dello sport, che ha condiviso la sua esperienza, ricordando quanto sia fondamentale il rapporto di totale affidamento reciproco tra atleta e allenatore.
Dopo un breve confronto tra gli atleti e gli studenti presenti all’incontro, l’appuntamento si è concluso con l’intervento di Massimiliano Badino, referente del rettore all’Orientamento.
L’incontro è disponibile sul canale YouTube dell’Ateneo di Verona