Il contributo che le donne possono dare alla sfida dei cambiamenti climatici è stato al centro dell’incontro che si è tenuto lunedì 23 maggio, in aula Megalizzi del Polo Zanotto, in occasione della presentazione del volume “Spigolatrici d’ambiente”, curato da Pinuccia Montanari, coordinatrice del Comitato scientifico ecoistituto ReGe. Il libro raccoglie il contributo di tante donne italiane, che si raccontano a partire dai percorsi di vita quotidiana, attraversando diversi saperi come l’economia circolare, la ricerca ambientale e la bioetica.
Dopo i saluti di Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà, l’incontro è stato introdotto da Anna Maria Paini, docente di Antropologia culturale e promotrice dell’evento: “Questa iniziativa nasce dal desiderio di offrire a studentesse e studenti la possibilità di venire a contatto con situazioni del territorio veronese, ma non solo”, ha spiegato Paini. “In questo caso si tratta di un confronto con esperienze di protagonismo di donne impegnate in vari contesti locali, nazionali e internazionali, che ci invitano a ripensare il nostro stile di vita, che ci parlano di etica della cura, di relazioni creative e trasformative. Le esperienze qui proposte vanno in questa direzione, di voler riprogettare o contribuire a riprogettare la casa comune, che appartiene a tutta l’umanità”.
“Il contributo di queste donne parte innanzitutto dalla necessità di raccogliere una grande sfida che è quella dei cambiamenti climatici” ha precisato Montanari. “Le donne sono sempre state viste come vittime dei problemi ambientali, invece, in questa occasione, abbiamo voluto vedere le donne come protagoniste di questo cambiamento a partire dalla loro quotidianità, dal loro lavoro. Questo volume si occupa di dare dignità a queste storie di donne, siamo andate a ricercare quelle che sono le loro esperienze”.
Il libro raccoglie vari esempi di donne impegnate concretamente a favore dell’ambiente: c’è chi di professione fa la matematica e nel tempo libero si dedica al tema della riduzione della produzione di rifiuti, creando anche una fabbrica del riciclo, per favorire il passaggio a una economia circolare, chi si occupa del passaggio da una cultura del dominio a una cultura della relazione e della cura. Chi, ancora, si impegna a combinare la conoscenza scientifica del proprio lavoro con la dimensione della favola, per spiegare alle persone le problematiche con approccio divulgativo.
“La pandemia ha fatto emergere come si debba assolutamente investire nella sanità pubblica”, ha ricordato Luisa Gnecchi, vice presidente dell’Inps intervenuta sul tema del lavoro durante il Covid, con il pensiero a quante professioniste e professionisti della sanità hanno perso la vita in questi ultimi due anni, con l’infezione da Covid-19 che è stata riconosciuta come infortunio sul lavoro”.
Antonella De Nisco, ricercatrice e artista, è poi intervenuta sul tema “Arte urbana e natura”. A moderare l’incontro è stata Federica De Cordova, docente di Psicologia sociale in ateneo.