Un innovativo programma di ricerca e sperimentazione irrigua tramite droni e satelliti per sviluppare metodologie innovative di mappatura delle criticità e individuare soluzioni sostenibili nella gestione della risorsa idrica in agricoltura. Questo l’obiettivo del progetto di ricerca e comunicazione del consorzio di bonifica Lessinio-euganeo-berico in collaborazione con l’università scaligera – dipartimento di Biotecnologie – con la supervisione scientifica di Claudio Zaccone, docente di Chimica agraria, e l’università di Padova – dipartimento Territorio e sistemi agro forestali – con la supervisione di Paolo Tarolli.
In Veneto, da ottobre ad aprile ha piovuto il 40% in meno della media e a risentirne è soprattutto il fiume Adige che, tramite i suoi 44 chilometri di canali, fornisce l’acqua di irrigazione per gran parte della regione. Il focus del monitoraggio, effettuato tramite l’utilizzo di sistemi di rilievo da remoto, dati storici delle aziende e rilievi sul campo, è quello di comprendere l’effetto che siccità o eccesso di acqua ha sulle colture in funzione delle diverse caratteristiche dei suoli, soprattutto alla luce dei futuri scenari di cambiamento climatico. Il tutto si traduce in una gestione più efficiente e sostenibile della risorsa idrica.
La prima fase del progetto prevede l’allestimento di campi sperimentali in varie zone del comprensorio di bonifica del consorzio, caratterizzate da trattamenti irrigui e colturali differenziati. In particolare, sono state individuate quattro aziende-pilota che gravitano in punti significativi del comprensorio: Belfiore (Vr), Albettone (Vi), Arquà Petrarca (Pd) e Campolongo Maggiore (Ve). “Guardando al futuro – spiega Moreno Cavazza, presidente del consorzio Leb – diventa sempre più necessario trovare soluzioni attraverso tecnologie e approcci gestionali in grado di aumentare l’efficienza della rete idraulica e sistemi per ottimizzare l’uso dell’acqua”.