Mercoledì 30 novembre alle 17 in sala Alessandro Zanella, al secondo piano della Biblioteca Arturo Frinzi, via San Francesco 20, la presentazione del Dizionario del bibliomane (Sellerio, 2021) scritto da Antonio Castronuovo, sarà occasione per parlare di bibliomania.
A discutere con l’autore di libri e di quel desiderio insaziabile di possederli saranno Paolo Pellegrini, docente di Filologia di ateneo, autore del recente libro Dante Alighieri: una vita (Einaudi, 2021) e Daniela Brunelli, direttrice del Sistema bibliotecario di ateneo.
Il Dizionario del bibliomane raccoglie una serie di aneddoti e pensieri, ordinati in rigoroso ordine alfabetico, una carrellata di immagini dedicate alla patologia di chi accumula, talvolta legalmente acquistandoli, talaltra illegalmente sottraendoli a librerie e, ahimè a biblioteche, libri in maniera morbosa, incontrollabile e spesso non condivisa dai più, ivi compresi mogli e mariti e conviventi vari, prova ne sia che alla morte del bibliomane la sua biblioteca viene prontamente dispersa dagli eredi.
E proprio a questa macro patologia, che si moltiplica in innumerevoli forme, tutte più o meno maniacali, l’autore dedica una attenzione scientifica, non per nulla Castronuovo ha per anni esercitato la professione medica, dandone una definizione cristallina: “Lo stupido più grande tra gli uomini è dunque il bibliomane, la cui malattia inizia dal contagio bibliofilo, diagnosticabile mediante sintomi inequivocabili: stravaganza, irrazionalità, ossessione, sostituzione del libro a persone, dunque sindrome da isolamento, freddezza, sterilità e finale emarginazione” (p. 438). Al rigore scientifico e terminologico delle varie voci è sottesa sempre, vero trait d’union del volume, l‘ironia divertita dello scrittore che, per il solo fatto di aver compilato questo pirotecnico libello, dimostra di non essere del tutto immune dal morbo.
Antonio Castronuovo (1954) è scrittore e traduttore; vive a Imola. Tra i suoi saggi Suicidi d’autore (Stampa Alternativa, 2003, 2019), Macchine fantastiche (Stampa Alternativa, 2007), La vedova allegra: storia della ghigliottina (Stampa Alternativa, 2009), Alfabeto Camus: lessico della rivolta (Stampa Alternativa, 2011), Ossa cervelli mummie e capelli (Stampa Alternativa, 2016), Formíggini: un editore piccino picciò (Stampa Alternativa 2018), Dizionario del bibliomane (Sellerio, 2021). Ha curato Nebbia di Miguel de Unamuno (Rizzoli Bur, 2008), L’incendio e altri racconti di Irène Némirovsky (Stampa Alternativa, 2013), Il cervello non ha pudore di Jules Renard (Stampa Alternativa, 2014), Nuove invenzioni e ultime novità di Gaston de Pawlowski (Stampa Alternativa, 2015), Diari italiani del Novecento (Longo, 2014), L’aforisma italiano del XXI secolo (Il Mulino, 2017).
È nelle redazioni di tutte le riviste divulgative di bibliofilia (Charta, Rivista della Associazione Librai Antiquari d’Italia, Mensile della Biblioteca di via Senato). Nel 2017 ha fondato la fucina di plaquette d’autore Babbomorto Editore, il cui catalogo conta già 250 titoli. Nel 2022 è stato insignito del premio Nazionale per la Traduzione conferito dal Ministero della Cultura.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
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