Una giornata di studi e una mostra temporanea, aperta fino al 25 gennaio, nella Biblioteca Frinzi. Così l’università di Verona ha voluto celebrare i 150 anni dalla riscoperta dell’epopea di Gilgamesh, un racconto epico della Mesopotamia e una delle più antiche opere letterarie dell’umanità. Lunedì 28 novembre, alle 17, si è svolta, nella sala Zanella della Biblioteca Frinzi, l’inaugurazione dell’esposizione con una lettura evocativa di alcune opere sull’eroe sumero.
La mostra, dal titolo “Gilgamesh – 150 anni dopo la scoperta del Diluvio“, è stata allestita grazie alla collaborazione tra Luigi Turri, docente di Storia del vicino Oriente antico dell’ateneo di Verona, e Alessia Parolotto, bibliotecaria. A disposizione di visitatrici e visitatori, oltre a libri e fumetti, spettacolari riproduzioni de “Il libro rosso” dedicate da Gustav Jung all’eroe mesopotamico, figurine, foto di spettacoli teatrali, ritagli di giornale, locandine di film. Tra i volumi esposti anche una curiosa traduzione dell’epopea di Gilgamesh in klingon, la lingua parlata in Star Trek.
Alcune letture su Gilgamesh hanno aperto l’evento. Eseguite da quattro voci, due femminili e due maschili, sono state tratte da alcune opere significative tra le quali l’Epopea di Gilgamesh, l’opera originale, I signori del tempo, un romanzo di fantascienza di Wilson Tucker, Il frutto del fuoco, l’autobiografia di Elias Canetti e da Gilgamesh, una serie a fumetti argentina di genere fantascientifico. Durante l’esibizione, una serie di immagini e di video, spezzoni di pellicole sull’eroe proiettate sullo schermo, hanno contribuito a una migliore caratterizzazione del personaggio. Al termine, Turri ha condotto i presenti in una visita guidata all’esposizione.
L’inaugurazione dell’esposizione è stata preceduta da una giornata di studi sul tema, che si è tenuta in mattinata al polo di Santa Marta. Durante l’incontro, organizzato dallo stesso Turri e da Simonetta Ponchia e Federico Giusfredi, docenti di Storia del vicino Oriente antico dell’ateneo scaligero, si è discusso sulla fortuna antica e di quella moderna, iniziata immediatamente dopo la riscoperta del testo, di un mondo e di un eroe che ha attraversato generazioni e media con una ininterrotta fortuna. “Fin dalle origini l’umanità ha affrontato certi temi tutt’ora attuali che ci collegano, facendoci sentire tutti fratelli: la paura della morte, la ricerca di una soluzione, il dolore per la perdita delle persone care, l’inconscio collettivo. Tutti temi affrontati in quest’opera antichissima” ha spiegato Turri al termine della giornata.
L’ingresso alla mostra è libero, tutti i giorni dalle 8.30 alle 23.30 con oggetti esposti tra il primo e il secondo piano della Biblioteca Frinzi.