Diritto, cambiamenti e tecnologie, sono le parole chiave del progetto finanziato dal Ministero dell’università e della ricerca, Mur, che ha riconosciuto il dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Verona “Dipartimento di eccellenza” a livello nazionale per il quinquennio 2018-2022. Un imponente piano di sviluppo che ha coinvolto tutte le aree scientifico-disciplinari del dipartimento e ha visto docenti, ricercatrici e ricercatori e personale tecnico-amministrativo lavorare in sinergia per realizzare l’obiettivo strategico di rinnovare contenuti e metodi della ricerca e della didattica e adeguarli ai grandi mutamenti che segnano la società contemporanea. “Il futuro della ricerca e della didattica nelle discipline giuridiche” è, per l’appunto, il tema al centro del convegno che si è tenuto lunedì 19 dicembre, nella sede di Giurisprudenza di via Carlo Montanari 9, per fare il punto sui risultati raggiunti a conclusione del progetto e sulle prospettive di sviluppo futuro che si presentano dopo il suo completamento.
La giornata di studi è stata aperta dai saluti istituzionali di Roberto Giacobazzi, prorettore dell’ateneo, e di Stefano Troiano, direttore del dipartimento di Scienze giuridiche, cui ha fatto seguito la conferenza di apertura di Elise Poillot, professoressa dell’università di Luxembourg. I lavori sono proseguiti con due tavole rotonde cui hanno partecipato i responsabili scientifici dei gruppi di ricerca e dei laboratori di didattica innovativa che hanno collaborato al progetto per l’università di Verona insieme agli studiosi ed esperti che compongono l’Advisory Board del progetto, provenienti da università e centri di ricerca di livello internazionale.
Il progetto
A partire dal 2018, il dipartimento di Scienze giuridiche dell’università di Verona è stato premiato dal Mur per lo sviluppo del piano di ricerca d’eccellenza con un finanziamento di quasi 7 milioni di euro. Il progetto innovativo si fonda sulla centralità del diritto come strumento di interpretazione e di gestione efficace dei cambiamenti che condizionano la realtà, in una prospettiva sempre più internazionale e interdisciplinare. L’obiettivo è stato raggiunto attraverso un percorso di crescita delle conoscenze teoriche e applicative teso a sviluppare la ricerca e la trasmissione dei suoi risultati per migliorare la capacità di governare i cambiamenti e affrontare le sfide giuridiche derivanti dalla tecnologia. Tre i principali ambiti d’azione: l’innovazione degli strumenti e dei metodi nella ricerca e nella didattica, il potenziamento del ruolo dei settori scientifico-disciplinari nel panorama nazionale, europeo e internazionale e il rafforzamento della prospettiva internazionale e interdisciplinare degli studi su temi di frontiera.
I risultati raggiunti
Tra i principali risultati raggiunti a oggi meritano di essere citati il miglioramento quali-quantitativo dei prodotti della ricerca, che ha portato a un incremento del 36% delle pubblicazioni in riviste nazionali, europee e internazionali nel biennio 2018-19 rispetto al biennio precedente. Tendenza che si conferma positiva anche nel 2022. L’aumento della partecipazione a bandi competitivi internazionali con un incremento nel triennio 2020-22 del 30% rispetto al triennio precedente. Da sottolineare la realizzazione di un’offerta formativa innovativa, a partire dal Corso di laurea magistrale in “Diritto per le tecnologie e l’innovazione sostenibile”, volta ad accrescere le conoscenze di studenti, giovani ricercatori e docenti, molto apprezzata da imprese, professioni e associazioni del territorio.
Sono, inoltre, nati 12 gruppi di ricerca e 10 laboratori per la didattica innovativa per potenziare la connessione tra didattica e ricerca e promuovere e sperimentare nuovi metodi di insegnamento e apprendimento, un Advisory Board composto da nove docenti italiani e stranieri di elevata qualificazione con funzioni di monitoraggio e consulenza scientifica sul progetto.
Importante il reclutamento di numerose e numerosi giovani con specifiche competenze nel settore e di nuovo personale tecnico-amministrativo dedicato al progetto. In particolare, sul piano della didattica di elevata qualificazione, il finanziamento ministeriale ha consentito al dipartimento di attivare oltre 18 assegni di ricerca, 2 borse di dottorato, 8 assegni di tutorato per supporto ad attività didattiche. Importanti risorse sono state impegnate per la mobilità in Italia e all’estero di studentesse, studenti, membri dei gruppi di ricerca e dei laboratori e per ospitare visiting professors provenienti da università straniere. Sono, inoltre, state promosse pubblicazioni e traduzioni di lavori scientifici in lingua straniera e organizzati convegni e seminari, tra cui una Summer School con 37 tra studentesse e studenti e due Winter School cui hanno aderito 87 partecipanti.
“Il progetto di eccellenza, sia per i temi indagati sia per le ricerche e le iniziative di innovazione che ha sviluppato – ha affermato il direttore del dipartimento Stefano Troiano – è riuscito a intercettare l’evoluzione del contesto sociale, economico e culturale, a livello nazionale e internazionale. Un contesto che, anche a causa di eventi inattesi quali pandemie, guerre e cambiamenti epocali ha conosciuto, in questi cinque anni, un forte impulso verso la diffusione delle tecnologie digitali e non in tutti gli ambiti della società e accresciuto l’esigenza di nuovi modelli per gestire i cambiamenti e le ricorrenti crisi. Il grande sforzo fatto in questi anni da tutte le colleghe e i colleghi al lavoro nel dipartimento ci ha fornito gli strumenti per affrontare le nuove sfide in ambito di didattica e di ricerca rendendoci pronti a cogliere le opportunità offerte dai piani nazionali, tra cui il Pnrr, e da altri piani strategici europei incentrati sulle tematiche di frontiera del progetto di eccellenza”.