Si è tenuta il 2 febbraio scorso, al Palazzo della Gran Guardia di Verona, “La Shoah di Katia Bleier e la scrittura civile di Luigi Meneghello”, conferenza dedicata alla storia della coppia che, per ragioni diverse, ha condiviso gli orrori della Seconda guerra mondiale e della persecuzione degli ebrei. L’evento è stato organizzato dall’università di Verona, in occasione del Calendario civile per la “Giornata della Memoria”. L’incontro, introdotto da Renato Camurri, docente di Storia contemporanea dell’ateneo e coordinatore scientifico del convegno, è stato moderato da Olivia Guaraldo, delegata del Rettore per il Public engagement e ha visto la presenza di Jacopo Buffolo, assessore alle Politiche giovanili e di partecipazione, pari opportunità, innovazione per il comune di Verona. Relatori Luciano Zampese, docente all’università di Ginevra, che è intervenuto sugli studi e sulla produzione letteraria che Meneghello ha dedicato al tema dello sterminio degli ebrei e Tullia Catalan, docente all’università di Trieste, che si è focalizzata sulla questione delle donne ebree vittime della Shoah.
Renato Camurri ha introdotto così i temi dell’incontro: “Abbiamo dedicato questo appuntamento dell’annuale cartellone per le celebrazioni della Giornata della Memoria a Katia Bleier e a uno dei più grandi scrittori del Novecento, Luigi Meneghello. Le loro due storie si incrociano per motivi parentali, essendo stati marito e moglie. Ma la figura di Katia Bleier fu fondamentale per Meneghello anche per la sua carriera letteraria, avendo ispirato con la propria storia le principali opere letterarie dello scrittore di Malo. Katia Bleier era la prima di quattro figli di una famiglia ebrea di origine ungherese. Negli anni dell’occupazione della Jugoslavia da parte del regime nazi-fascista, Katia sceglie di spostarsi da Zagabria e gli altri fratelli decidono di spostarsi in altre direzioni per provare a salvarsi. Vengono catturati e internati ad Auschwitz e lei sarà l’unica che si salva. Due moriranno combattendo per la resistenza jugoslava, un’altra sorella verrà internata in Italia. Dopo essere tornata nel 1946 nel proprio paese natio, Katia si dirige in Italia clandestinamente per ricongiungersi con la sorella nel paese di Malo, in provincia di Vicenza, dove incontra Meneghello. Katia muore nel 2004 e lui nel 2007. Katia non parlerà mai del suo dramma personale, ma sarà Meneghello che, con lo pseudonimo di Ugo Varnai, pubblicherà tre articoli sulla rivista Comunità in cui racconterà le sofferenze degli ebrei ispirandosi alla storia della moglie, ma senza mai nominarla direttamente. Nel 1994 gli articoli verranno ripubblicati dalla casa editrice Il Mulino con il titolo “Promemoria” con la sua firma. I suoi testi si ispirano al libro “The final solution. The Attempt to Exterminate the Jews of Europe, 1939-1945″ di Gerald Reitlinger, uno dei testi pioneristici che ricostruiscono lo sterminio degli ebrei in Europa”.