La comunità studentesca è l’anima della nostra università. Studentesse e studenti che riempiono i corridoi, le aule, gli spazi studio e i cortili rappresentano la componente comunitaria e sociale più forte dell’università. una comunità le cui relazioni si tessono proprio negli spazi fisici d’incontro e nelle varie occasioni, più o meno formali, che caratterizzano la vita accademica. Le iniziative proposta da e per le studentesse e gli studenti dell’università di Verona, negli anni, sono state veramente molte e hanno permesso all’ateneo di espandersi sotto una molteplicità di aspetti, dalla mobilità internazionale alle nuove possibilità di sperimentazione.
UniDisco. Ovvero quella volta che un’aula studio e mensa universitaria si trasformò in discoteca per una sera. Lo riporta L’Arena del 21 maggio 1996 in occasione della festa di fine anno accademico che stava per arrivare. Fa sorridere, ma quell’iniziativa venne organizzata per davvero in uno degli spazi adibiti allo studio ed ex mensa per gli universitari. Una serata che, a pensarci oggi, sembra impensabile, durante la quale lasciarsi andare dopo le fatiche dello studio e prima di una sessione estiva alle porte. A darle un programma e persino un nome – The Night – ci pensò l’associazione oggi scioltasi Mondo Universitario. Insomma, una serata in discoteca a tutti gli effetti, con tanto di dj alla console e animatori. Ma come se non bastasse, la serata fu preceduta dalle premiazioni dei tornei che nel pomeriggio avevano avuto luogo negli spazi dell’università: il prato affianco alla facoltà di Lettere e filosofia, infatti, venne utilizzato per un pomeriggio come campo da calcetto per una partita, tra le altre, tra docenti e studenti. Sì, avete letto bene. Un’occasione che ancora oggi in molti vorrebbero per rifarsi con interessi dopo una bocciatura a un esame. Si fa per scherzare, ovviamente.
FuoriAulaNetowrk. Oggi conosciuta come la radio dell’università di Verona, Fan, così è chiamata per brevità, ma anche per il gradevole suono dell’acronimo, negli anni ha subito una serie di trasformazioni, ha visto e dato voce a tante persone, è un laboratorio pratico per sperimentare un linguaggio, quello radiofonico. Ma non tutti sanno che in origine, le parole FuoriAula si riferivano a qualcosa di un po’ diverso. Nell’aprile 2002, come riporta Giancarlo Beltrame su L’Arena del 4 febbraio 2003, partiva una trasmissione radiofonica autogestita, chiamata appunto FuoriAula, sulle frequenze di Radio Verona che aveva come protagonisti ragazzi e ragazze dell’università. Ma questo doveva essere il primo passo di un progetto più grande voluto dall’Ufficio Comunicazione dell’ateneo, Ateno On The Air. FuoriAula, infatti, sarebbe dovuto diventare un format ben più ampio di laboratorio per l’esercitazione anche negli ambiti del cinema e della televisione. Un vero e proprio portale multimediale. Un progetto carico di aspettative dove “poter sperimentare praticamente quanto appreso durante le lezioni in aula”, si scriveva in quell’articolo di vent’anni fa. Tre giorni dopo, il 7 febbraio, sempre Beltrame riporta nelle colonne del quotidiano veronese la presentazione del progetto al pubblico. “Brevetteremo il nome FuoriAula, creato dai ragazzi della prima esperienza di Ateneo on the Air” dichiarò Claudio Baccarani, all’epoca delegato del rettore per la Comunicazione. “Dovrebbe diventare un punto di aggregazione di idee e informazioni, tramite forum, rubriche, mailing list, una bacheca, tutti spazi gestiti da una redazione, e anche uno strumento per pubblicizzare eventi, feste e manifestazioni”, scrisse Beltrame per descriverne le funzioni. E voglio concludere con queste parole che riescono a identificare al meglio la natura che FuoriAulaNetwork, erede di quel progetto iniziale, incarna ancora oggi: “uno spazio libero per informazioni non istituzionali, insieme ludico e pratico”.
Nel 2005 i tempi erano maturi perché un’entità radiofonica prendesse il via splendendo di luce propria, approfittando dell’infrastruttura multimediale messa in piedi per il portale FuoriAula. Il primo giorno di marzo 2005, infatti, L’Arena titola “E ora Fuori Aula Network. È nata la prima radio di Ateneo, l’ascolto via web”. È questo, di fatto, il certificato di nascita di Fan. I programmi da realizzare erano tanti e il palinsesto prevedeva già una fitta programmazione, con trasmissioni dal lunedì al venerdì sull’informazione universitaria, la musica, la tecnologia e la comunicazione accademica. “La prima radio dell’ateneo di Verona” stava prendendo corpo grazie ai suoi pionieri per affermarsi come un luogo formativo, ma anche come possibilità di socializzazione e divertimento. Quella dimensione che Fan, oggi maggiorenne, non ha mai perso nonostante siano cambiate tante cose. La pandemia di Covid del 2020 ha costretto a spegnere i microfoni, ma la voglia e la passione di tante persone ha fatto sì che il progetto non andasse perduto. Lo scorso anno FuoriAulaNetwork è ritornata abbandonando, almeno per ora, lo streaming. Oggi si lavora per podcast, che nulla tolgono alla fase di sperimentazione e anzi, spianano la strada a una modalità comunicativa in forte ascesa. Ma l’aria che si respira in quello studio al primo piano del Polo Zanotto è sempre la stessa, come se nulla potesse cambiare negli intenti di chi ci è passato, di chi ci passa e di chi ci passerà.
Tandem e asilo. La vita universitaria non inizia per forza nel momento dell’immatricolazione. Lo so è strano, ma è così. L’università di Verona, infatti, con il progetto Tandem, avviato nel 2002, ha portato un pezzo di vita universitaria direttamente alle scuole superiori. L’intento? Avvicinare gli studenti del biennio conclusivo delle scuole secondarie ad alcune dinamiche accademiche. Un modo efficace per fare formazione e orientamento, soprattutto in considerazione della delicatezza della scelta che gran parte degli studenti e delle studentesse che vogliono iscriversi all’università si ritrovano a dover fare dopo il diploma. Come riporta L’Arena del 7 giugno 2002, l’iniziativa Tandem prese il via a partire dall’anno scolastico 2002-2003, per forte volontà dell’allora rettore Elio Mosele che così voleva rafforzare la presenza dell’università di Verona nel territorio e contrastare il fenomeno dell’abbandono degli studi. Tutt’altra storia riguarda invece l’asilo dedicato per i figli dei dipendenti. Il Baby Ateneo, così è conosciuto oggi, è stato presentato il 23 febbraio 2001, come riportato da L’Arena di quel giorno e rappresentò una novità assoluta nel panorama universitario italiano, ma anche in quello dell’intera pubblica amministrazione veronese.
Tutte queste storie provenienti dall’ateneo scaligero, anche molto diverse tra di loro, sono collegate da un filo rosso a unirle tutte: le persone. Perché l’università ha tanti modi di essere vissuta e, in un modo o nell’altro, a prevalere è sempre stata la componente sociale. E sempre lo sarà.
Emanuele Zanardi, stagista Area comunicazione e studente di Editoria e giornalismo