“Donne potenti, donne possibili”. È questo il titolo che Giulia Sissa, filosofa e docente dell’UCLA, università della California, ha scelto per il suo intervento di venerdì 16 giugno, inserito nella rassegna di Veronetta Contemporanea. “Il suo contributo si inserisce in una cornice tematica riguardante le donne forti del passato, con il quale si è chiusa la rassegna, perché il contemporaneo deve dialogare con l’antico”, ha esordito Nicola Pasqualicchio, referente scientifico e direttore artistico di Veronetta Contemporanea.
Abbiamo chiesto a Giulia Sissa chi fossero le donne potenti, guarda qui la risposta.
Dopo una breve introduzione da parte di Olivia Guaraldo, delegata del rettore per il Public Engagement, Andrea Rodighiero, docente di Letteratura greca all’università di Verona. ha presentato Giulia Sissa, una delle più note antichiste mondiali. La docente, che ha lavorato in Francia, per approdare, prima, all’università di Baltimora, dov’è stata direttrice di dipartimento, e oggi all’università di Los Angeles, ha scritto numerosi libri di risonanza internazionale, che spaziano su diversi temi di ricerca: la religione greca, la filosofia, la storia delle idee, la storia delle idee sulle donne.
Sissa ha presentato il suo ultimo libro “L’errore di Aristotele”, che originariamente voleva intitolare “Cosa possono le donne”, perché è il tema del “potere” come capacità che ruota attorno al suo testo. Ha spiegato il suo libro attraverso “tre paradossi, un duello di idee e due conclusioni iper-attuali”.
“Il primo paradosso è che la democrazia nasce sessista, nel mondo antico: il κράτος, potere, del δήμος, popolo, è solo dei maschi. C’era la volontà politica, nel mondo antico, di inventare la democrazia solo per i maschi, perché gli unici in grado di combattere, decidere e comandare”, ha esordito la filologa, “mentre le donne sono molli, codarde, irresolute, intolleranti al dolore e allo sforzo. Non avendo le qualità giuste nel corpo e nel carattere, le donne non partecipano alle assemblee del popolo”.
“Le donne potenti sono donne possibili, infatti emergono nelle storie di Erodoto come regine capaci, addirittura più brave a decidere del gran re”, ha continuato la filosofa, “per esempio, la regina Artemisia a cui Erodoto dà un ruolo incredibile. Un altro esempio è l’Antigone di Sofocle, un’eroina che dice di no all’abuso di Creonte”.
Sissa contrappone le due sorelle, Antigone e Ismene, che rappresentano, “la prima, la virilità, il coraggio, l’ανδρεία, e come si governa, mentre la seconda, la donna aristotelica, fatta per essere governata”. Il secondo paradosso consiste nel fatto che questo teatro popolare avesse successo, nonostante fosse rivolto a un pubblico composto da uomini. Sulla scena tragica, la donna diventa teorica politica e insegna la democrazia agli uomini.
Il terzo paradosso si riconduce a “Madre Materia”, primo libro co-curato da Giulia Sissa, ed è che, secondo Aristotele, le donne sono meno razionali degli uomini. Il filosofo, infatti, aveva la necessità di razionalizzare tutto ciò che accadeva nella realtà sociale dell’antica Grecia. “Egli inizia con una tassonomia di tutti i viventi perché la sua grande ambizione è capire le differenze, descriverle, organizzarle. Per questo studia la differenza fra uomo e donna, che poi estende a tutte le specie viventi: l’uomo è più caldo, ha più τυμός, che è lo slancio, l’impeto, mentre la donna è più fredda, il che provoca impotenza”. Andrea Rodighiero, in dialogo con Giulia Sissa, ha citato un passo del libro, che spiega in maniera esemplare questo pensiero di Aristotele: “Il coraggio della donna è viltà per l’uomo”. “Le donne”, ha continuato Sissa, “sono incapaci, per Aristotele, non hanno autorità, infatti, riescono a deliberare ma senza autorità”. Ed è questo l’errore che compare nel titolo del suo libro, che diverrà, però, paradigma storico. A ciò si riconduce il primo paradosso: le donne non possono governare perché non c’è “capacità politica senza prendere decisioni”.
Il pensiero aristotelico è giunto intatto attraverso i secoli, trovando una barriera solo nell’Illuminismo, con cui ha scontrato le sue idee in un duello fra razionalità aristotelica e razionalità illuminista. In dialogo con Olivia Guaraldo, la docente UCLA ricorda che i diritti fondamentali, nell’Illuminismo, saranno portati alla ribalta solo con il filosofo Condorcet e pochi altri illuministi, che si schierarono contro la schiavitù e approvarono l’ammissione delle donne nel mondo politico.
Per concludere, Giulia Sissa ci presenta le sue due conclusioni iper-attuali: “la prima è che non possiamo disprezzare l’Illuminismo, in quanto unica barriera all’aristotelismo. Perché noi in verità siamo aristotelici, senza rendercene conto; Aristotele è un nostro contemporaneo da 2500 anni, che ci piaccia o no. La seconda conclusione è che le donne non possono rinunciare al potere come capacità, come abilità, perché questo è stato il punto dolente della nostra storia”.
La Antigone citata da Sissa è stata l’eroina che ha fatto da filo conduttore della giornata conclusiva di Veronetta Contemporanea 2023, con “Antigone odora di ferro battuto dal coraggio”, dialogo tra l’attrice Rosanna Sfragara, la filosofa Olivia Guaraldo e Nicola Pasqualicchio, cui è seguita la presentazione del film “Medén Ágan”, vincitore di oltre 100 premi internazionali, del regista veronese Alessandro Vantini, proiettato in serata.
Questa l’intervista ad Alessandro Vantini