Il 23 giugno scorso si è tenuto al polo Santa Marta dell’università di Verona, il quarto appuntamento del ciclo di incontri Solution Hub con i rappresentanti di alcune tra le principali Cantine Sociali nazionali (o cooperative vinicole) e il loro organismo di riferimento, Confcooperative, nell’ambito del progetto Prima Agricompet. Il gruppo di ricerca formato dal Günter Schamel e Giulia Gastaldello, docenti dell’università di Bolzano, e da Angelo Zago e Umberto Nizza, docenti dell’università di Verona, ha presentato alcuni dei risultati preliminari ottenuti dalle interviste con i direttori e i presidenti di un campione di Cantine sociali e dai precedenti incontri, offrendo per questi ultimi un confronto con quanto osservato nei paesi partner del progetto, ovvero Francia, Spagna, Grecia e Turchia.
I risultati dei precedenti Solution Hub hanno riguardato due aree principali: gli indicatori di performance adottati dalle cooperative e le principali sfide affrontate. Gli indicatori di performance utilizzati si possono distinguere in indicatori economico-finanziari e sociali, questi ultimi relativi al rapporto con la base sociale.
Il confronto tra il quadro italiano e quello degli altri paesi partner ha evidenziato una certa uniformità tra Italia, Francia e Spagna in termini di indicatori economico finanziari sebbene la penisola iberica non sembri adottare indicatori legati alla visione strategica e all’internazionalizzazione del mercato della cooperativa. A loro volta, fattori come la sostenibilità, premi o riconoscimenti relativi alla qualità del prodotto o il livello di indebitamento non compaiono per le cooperative del campione francese mentre sono importanti per quelle spagnole ed italiane. Caso distaccato è invece quello della Grecia, che si affida ad un pool molto più ristretto di indicatori. Grecia, Italia e Spagna sono invece allineate sul secondo fronte, quello in termini di sfide, mentre si differenziano le cooperative francesi e turche. Sfide sentite da tutti i paesi partner sono lo scarso spirito cooperativo da parte dei soci, la loro formazione e quella del management.
Altre sfide comuni a tutti i paesi (eccezion fatta per la Turchia) riguardano il ricambio generazionale, la transizione ecologica e il coinvolgimento dei soci nelle scelte strategiche della cooperativa. L’insieme di queste osservazioni è stato poi combinato con i risultati delle interviste ad un campione selezionate di Cantine Sociali, permettendo di mettere a fuoco un gruppo di indicatori per valutare le cooperative vinicole in relazione alle loro caratteristiche strutturali, al loro orientamento al mercato, ai sistemi utilizzati per il pagamento delle uve, alla qualità dei vini prodotti, e infine alle politiche di sostenibilità intraprese da ciascuna cantina.
Nel campione indagato in Veneto e Trentino-Alto Adige, l’analisi preliminare mostra come l’altimetria delle aziende agricole associate alle Cantine Sociali, sebbene ne condizioni le dimensioni, rappresenta anche l’opportunità di specializzarsi e ottenere vini di elevata qualità. In tali situazioni le scelte organizzative delle cooperative possono dare un contributo fondamentale per raggiungere risultati di preminenza alle aziende agricole associate. È stata inoltre presentata una prima analisi qualitativa delle principali strategie e sfide legate, nello specifico, alla sostenibilità nei suoi tre pilastri fondamentali: economica, sociale ed ambientale. Tra le strategie comuni emergono un orientamento alla qualità, l’annesso aumento della quota di produzione imbottigliata ed investimenti mirati all’innovazione per la sfera economica; il perseguimento attivo di pratiche agronomiche sostenibili come parte della strategia interna della cooperativa ed un supporto dedicato ai soci che desiderano ottenere una certificazione o certificati per la sfera ambientale; una regolare e trasparente comunicazione con i soci, il loro supporto tecnico, burocratico ed il loro coinvolgimento attivo nelle strategie della cooperativa per la sfera sociale. Alcune delle sfide individuate riguardano invece la competizione con le cantine private per l’approvvigionamento delle uve e la forte pressione competitiva del mercato, oltre che le difficoltà nella pianificazione di lungo periodo dovute alle importanti fluttuazioni di mercato subite nell’ultimo triennio, gli eventi climatici estremi, le difficoltà nell’individuare schemi di certificazione adeguati e nell’attrarre i giovani nel mondo cooperativo.
Infine, è stata testata la prima versione del questionario sviluppato del gruppo di ricerca italiano e che verrà diffuso in tutta Italia e in diversi dei paesi partner per misurare le scelte organizzative e gestionali delle cantine cooperative europee. Per concludere, è stato ricordato come i successivi incontri entreranno nel vivo del processo di co-creazione di soluzioni alle principali sfide affrontate dalle cooperative vinicole attraverso la metodologia sviluppata dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), ovvero la teoria U (Theroy U) del cambiamento trasformativo.
© Foto di Viacheslav Yakobchuk