Winery-based Integrated Carbon Capture and Nutrient Recovery using Microalgae (Wine-Cap) è il titolo del progetto del dipartimento di Biotecnologie tra i 12 vincitori del bando “Ricerca & Sviluppo” della Fondazione Cariverona.
Ad occuparsi di questo progetto sono Davide Slaghenaufi, Stefano Cazzaniga, Anita Zamboni del dipartimento di Biotecnologie, Claudia Bazzani del dipartimento di Management, F.lli Tedeschi (Pedemonte di Valpolicella) ed Orion wines (Lavis in provincia di Trento).
Il vino ha un ruolo importante nell’economia italiana contribuendo inoltre a veicolare l’immagine del made in Italy nel mondo. Il Veneto è una delle principali regioni produttrici con più di 94.000 ettari dedicati e circa 11 milioni di ettolitri di produzione annua. Tuttavia, il settore vitivinicolo non è esente da problematiche ambientali essendo responsabile dell’1,3% delle emissioni totali di gas serra italiane. L’anidride carbonica (CO2), uno dei principali gas serra, è il principale sottoprodotto della fermentazione alcolica al quale si aggiungono gli altri stadi della produzione che portano gli equivalenti di CO2 rilasciati a circa 1,2 kg per ogni litro di vino. Inoltre, dalla vinificazione vengono rilasciati effluenti (0,2-6 litri per litro di vino) che aggravano l’impronta idrica della produzione. Tutto ciò contribuisce al problema generale del cambiamento climatico e pone rischi commerciali per le cantine che vengono percepite come ecologicamente irresponsabili.
“L’ obiettivo del progetto Wine-Cap è lo sviluppo di una soluzione sostenibile e circolare per la riduzione dell’impronta di carbonio del settore vitivinicolo” – spiega Davide Slaghenaufi . Il progetto mira a dimostrare la fattibilità e scalabilità dell’utilizzo delle microalghe per il sequestro della CO2, prodotta durante la fermentazione nelle cantine e la sua conversione in nuova biomassa. L’utilizzo delle microalghe permette allo stesso tempo il recupero di nutrienti dagli effluenti e dai rifiuti della cantina riducendo l’impronta idrica del processo e diminuendo il rilascio di sostanze eutrofizzanti nei sistemi idrici limitrofi. Questi sottoprodotti verranno convertiti in biomassa algale che verrà valorizzata in biostimolanti per le coltivazioni stesse. Il progetto inoltre valuterà la percezione da parte del consumatore di aziende utilizzanti tali tecnologie, svilupperà il profilo del consumatore target e ideerà strategie di comunicazione per sensibilizzare il consumatore nei confronti di tali tecnologie.
Sara Mauroner