«L’uomo saggio che desidera istruirsi deve certo leggere, ma poi deve anche viaggiare per verificare le proprie conoscenze» scriveva Giacomo Casanova. «Ed è proprio questo lo spirito che i nostri sei curricula internazionali vogliono cogliere, mettendo a disposizione della comunità studentesca una delle più ampie offerte formative di internazionalizzazione dell’ateneo» rilancia Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà. Due i corsi di taglio storico e storico-artistico, Scienze storiche e Storia delle arti, consorziati con l’università di Dresda; uno, di taglio linguistico, in sinergia con l’università di Costanza; tre, invece, quelli di carattere letterario inclusi nel corso di laura magistrale in Tradizione e interpretazione dei testi letterari, in collaborazione con le università di Augsburg, Friburgo e Lugano.
«Ciascun percorso ha offerte formative diverse e cerca di cogliere il meglio dagli insegnamenti proposti dai piani di studio dei quattro atenei» fa sapere il presidente del collegio didattico di Lettere, Beni culturali e Tradizione e interpretazione dei testi letterari Fabio Forner. «L’idea che in qualche modo li tiene insieme» continua «è quella di offrire agli studenti e alle studentesse l’opportunità di vivere un’esperienza totalizzante, di crescita professionale e personale, nella speranza che studentesse e studenti possano cogliere il bello di sentirsi finalmente cittadini europei».
Ma come sono organizzati questi corsi? Nel caso dei corsi in doppio titolo in “Tradizione e interpretazione dei testi letterari”, per esempio, per tutto il secondo anno della laurea magistrale è previsto che gli studenti soggiornino rispettivamente in Germania, o in Svizzera, sostenuti da un cospicuo finanziamento Erasmus+ che garantisce loro una copertura totale dei costi della vita e delle tasse di iscrizione. «Credo che uno dei punti di forza di questi percorsi internazionali» sottolinea Fabio Forner «sia il finanziamento messo a disposizione delle studentesse e degli studenti, che in questo modo hanno la possibilità di dedicarsi completamente allo studio e a vivere la quotidianità del campus e delle sue strutture, senza la necessità impellente di dover trovare quelli che in Germania chiamano nebenjobs, lavoretti collaterali, per proseguire gli studi».
Anche il dato sul ritorno occupazionale post-laurea dà grande soddisfazione e fa ben sperare per il futuro. Dei 42 studenti che dal 2015 sono passati dai banchi delle università di Verona e di Augsburg, per esempio, quasi una decina hanno vinto concorsi per una borsa di dottorato in Italia e all’estero; altri ancora sono entrati con ruoli di management in famose multinazionali di logistica e della grande distribuzione organizzata; c’è anche chi ha superato con successo l’abilitazione al ruolo per un posto di insegnamento presso le scuole secondarie di primo e secondo grado. Per non dire poi di studentesse e studenti stranieri che con questi programmi hanno potuto studiare in Italia, a Verona, chi proveniente dalla Germania, chi dalla Svizzera, per poi trovare lavoro come insegnanti di lingua italiana o straniera in università italiane.
Insomma, siete pronti a partire?
Articolo di Emilio Boaretto, cultore della materia del dipartimento di Culture e civiltà