In occasione della convenzione stipulata tra l’università di Verona e l’università cinese di Ningbo, la redazione di Univrmagazine ha intervistato Roberta Facchinetti, direttrice del dipartimento di Lingue e letterature straniere, e Barbara Bisetto, presidente della commissione internazionalizzazione del dipartimento, per comprendere le origini di questo progetto di collaborazione con la Cina.
Professoressa Facchinetti, ci parli della convezione con l’università di Ningbo e di come il progetto della professoressa Bisetto è poi sfociato in una convenzione di ateneo
L’accordo con l’università di Ningbo rientra nel più ampio progetto di intensificazione della collaborazione accademica tra il dipartimento di Lingue e Letterature straniere e università extra-europee. Ningbo, in particolare, non ha solo una consolidata School of Humanities and Communication, con una Faculty of Foreign Languages, ma copre a livello didattico e di ricerca tutte le aree del nostro ateneo, tra cui Matematica e Statistica, Scienze ingegneristiche, Scienze farmaceutiche e vede anche diversi ospedali affiliati all’università stessa. Questo ci ha spinto a proporre fin da subito un accordo di ateneo e non solo di dipartimento. A questa proposta hanno prima aderito il dipartimento di Management e il dipartimento di Culture e civiltà e, adesso, tutto l’ateneo.
Ci potrebbe raccontare come è nato l’insegnamento del cinese all’università di Verona?
Tutto iniziò nel 2014 grazie ad un accordo con l’Esu, che finanziò i primi corsi di cinese per il dipartimento di Lingue, accompagnati anche da uno stage formativo in Cina per i 10 studenti più meritevoli del corso. La popolazione studentesca rispose in massa a questa prima offerta e, dopo tre anni di sperimentazione con risultati ampiamente positivi, la lingua cinese fu incardinata a pieno titolo nell’offerta formativa del nostro dipartimento a partire dalla laurea triennale in “Lingue e culture per il turismo e il commercio internazionale”.
Quali sono gli obiettivi che sono stati raggiunti in ambito accademico attraverso l’insegnamento del cinese?
I nostri studenti si specializzano in modo particolare sul cinese in ambito turistico e del commercio internazionale e diversi dottorandi e addottorati, sia italiani che cinesi, stanno ora crescendo in dipartimento. Di anno in anno aumentiamo l’offerta. Dal prossimo anno, infatti, offriremo il cinese in entrambi gli anni della magistrale in “Lingue per la comunicazione turistica e commerciale”. Inoltre, è in fase avanzata la nostra collaborazione con il Centro linguistico per offrire questa lingua a tutti gli studenti dell’ateneo.
Infine, dalla lingua alla cultura: anche in collaborazione con la Società letteraria di Verona e l’università Ca’ Foscari, oltre che nell’ambito dei due Progetti di Eccellenza 2018-2022 e 2023-2027, abbiamo realizzato per la cittadinanza numerose attività di divulgazione scientifica, tra cui “Un ponte con la Cina” e “Intersezioni tra Oriente e Occidente”, per permettere a tutti di conoscere più a fondo la realtà culturale cinese.
Quali sono le prospettive future, anche in termini di ricerca?
Abbiamo già all’attivo pubblicazioni scientifiche congiunte nell’ambito della lingua inglese e cinese grazie agli accordi stretti in questi anni con università cinesi e taiwanesi. Auspico che tali collaborazioni di ricerca si possano ampliare a progettualità che vadano oltre i confini del nostro dipartimento, anche a margine di questo nuovo accordo con l’università di Ningbo che ha un ampio respiro interdisciplinare. Dalla ricerca congiunta alla didattica congiunta il passo è breve, soprattutto per scambi di studenti e docenti, ma anche workshops, summer schools e doppi titoli di laurea.
Professoressa Bisetto, perché nasce il progetto di ricerca con l’università di Ningbo e a quale necessità di ricerca e didattica risponde?
La collaborazione nasce nel contesto del progetto sulla letteratura cinese nell’ambito del Progetto di Eccellenza 2023-2027 del dipartimento di Lingue e letterature straniere. Il progetto di ricerca si propone di esaminare le pratiche testuali che in diacronia e in epoca contemporanea hanno caratterizzato la trasmissione e la diffusione della letteratura cinese premoderna, nei nuovi contesti di ricezione, tra cui quello italiano, nel quale questa tradizione letteraria occupa una posizione ancora molto marginale. Proprio la ricerca di materiale documentario inedito della Cina o sulla Cina trasmesso dai missionari gesuiti nei secoli sedicesimo e diciassettesimo è stato il tema al centro delle ricerche che la professoressa Wu Yinlan del dipartimento di Storia dell’università di Ningbo ha svolto in qualità di Visiting Professor nel dipartimento di Lingue e letterature straniere nel periodo da gennaio a giugno 2023, nell’ambito del programma del China Scholarship Council. La nostra collaborazione, avviata grazie a un contatto del prorettore Diego Begalli, si è consolidata in virtù del comune interesse per il patrimonio storico-letterario cinese del periodo tardo imperiale, in particolare del periodo dal sedicesimo al diciottesimo secolo.
Potrebbe spiegare ai nostri lettori di cosa si occupa nel concreto il progetto?
Il progetto mette al centro il tema dell’accessibilità del patrimonio letterario antico e premoderno sia in prospettiva intraculturale sia nella dimensione interculturale. Propone, dunque, l’analisi di pratiche e strategie traduttive per la trasmissione e la diffusione delle opere canoniche e letterarie sia nella Cina premoderna e del primo Novecento, sia nel contesto culturale italiano e, in generale, nelle relazioni sino-italiane a partire dall’età moderna.
Per concludere, quali sono, quindi, le prospettive dell’accordo con Ningbo?
Il progetto permetterà di realizzare pubblicazioni accademiche e di più ampia diffusione relative al patrimonio letterario cinese e alla sua ricezione in ambito italiano. Favorirà inoltre la collaborazione tra le sedi accademiche per iniziative scientifiche, didattiche e di mobilità internazionale incentrate sulla valorizzazione dei patrimoni linguistici e culturali della Cina e dell’Italia.
Martina Scrimali, tirocinante Univerona news