Negli anni Cinquanta, sono stati tanti le artiste e gli artisti della lirica internazionale che hanno calcato il palco dell’Arena di Verona, tra cui la “divina” Maria Callas. In occasione del centenario dalla sua nascita, il 16 novembre, al teatro Filarmonico, si è tenuta la prima giornata del ciclo di conferenze “Maria Callas: musica, media, moda, arte” organizzato dal dipartimento di Culture e civiltà dell’università di Verona, in collaborazione con l’Accademia Filarmonica e il patrocinio del Comune di Verona.
A dare il via all’evento è stato Nicola Pasqualicchio, docente di Discipline dello spettacolo dell’università di Verona che, dopo aver portato i saluti di Vincenzo Borghetti, coordinatore del ciclo e docente di Musicologia e storia della musica, ha dialogato con Gerardo Guccini, docente di Discipline dello spettacolo dell’università di Bologna, per far luce su alcune sfaccettature nascoste del mito di Maria Callas.
Dotata di un timbro non omogeneo e di grande volume, ha sviluppato un magistrale controllo della voce che, unito alla grande musicalità e natura drammatica, l’ha resa artefice della riscoperta del repertorio italiano della prima metà dell’Ottocento italiano. La collaborazione con alcuni dei più noti direttori del tempo come Tullio Serafin e Antonino Votto insieme al successo artistico e la successiva esposizione mediatica, hanno costruito un mito attorno a lei, attribuendole l’appellativo di Divina.
“Abbiamo avuto il piacere di organizzare questo evento, non solo per l’importanza e il prestigio della Callas, ma anche per i legami che ebbe con la nostra città, sul piano artistico come su quello sentimentale.” Così, Pasqualicchio ha voluto esprimere la sua soddisfazione per l’organizzazione del ciclo di conferenze a lei dedicato.
“Spesso ci si lamenta che non ci sono abbastanza riprese degli spettacoli drammatici, trascurando, però, l’importanza delle registrazioni dei concerti dove la Callas emerge con pienezza sia come attrice sia come regista dell’evento perché era lei a scegliere la successione dei brani”, ha commentato Guccini per introdurre i temi della prima giornata: Maria Callas attrice e regista. Il soprano statunitense, infatti, “ha saputo agire all’interno dello spettacolo operistico imponendo una prestazione attoriale che le ha permesso di unire il mondo lirico del primo Ottocento a quello contemporaneo”, ha continuato il docente. “Più il tempo passa, più ci si accorge che la divina è stata una di quegli artisti che ha saputo rapportarsi ai fattori di svolta di un mondo che sembrava lontanissimo da quella che è la misura del cantante lirico.”
Maria Callas, oltre a memorizzare l’intera partitura e tutti i movimenti, “assumeva il ruolo di regista, imponendo la sua presenza come fattore di equilibrio indispensabile per l’intera rappresentazione”, ha concluso Guccini.
Il ciclo di incontri proseguirà nelle prossime settimane trattando i temi di Maria Callas come cantante e diva, ma anche in relazione al suo rapporto con la moda e l’arte.