L’articolo scientifico “Bone Loss in Inflammatory Rheumatic Musculoskeletal Disease Patients Treated With Low-Dose Glucocorticoids and Prevention by Anti-Osteoporosis Medications” scritto da Giovanni Adami, in collaborazione con Maurizio Rossini e Angelo Fassio, è risultato l’articolo più citato nel 2023 dalla rivista Arthritis & Rheumatology, organo ufficiale dell’American College of Rheumatology.
Giovanni Adami è dottorando in Scienze biomediche cliniche e sperimentali all’università di Verona, con specializzazione nell’ambito reumatologico, e componente del Consiglio della scuola di specializzazione in reumatologia d’ateneo.
Dottor Adami, qual è stato l’argomento al centro dell’articolo?
Negli ultimi anni c’è stato un crescente dibattito nel mondo scientifico riguardo l’utilizzo del cortisone nelle malattie infiammatorie reumatologiche. Alcuni sostengono, infatti, che il cortisone, somministrato a bassi dosaggi, possa avere degli effetti benefici sulle ossa. Questo grazie al suo effetto di riduzione dell’infiammazione. Tuttavia, non è noto se questo sia vero e quale sia il dosaggio “sicuro” del cortisone. Questa domanda, ancora aperta, ci ha spinto a condurre questo studio. Abbiamo infatti analizzato una ampia coorte di pazienti (più di 800) con malattie reumatologiche infiammatorie trattate con vari dosaggi di cortisone. Abbiamo seguito questi pazienti per oltre 5 anni e abbiamo analizzato la loro salute scheletrica con la densitometria e valutando le fratture da osteoporosi. In sintesi, anche bassissimi dosaggi di cortisone si sono associati ad una perdita di massa ossea e ad un aumento della frequenza delle fratture ossee. Questi effetti negativi erano tuttavia prevenibili con l’utilizzo di semplici farmaci anti-osteoporotici.
Cosa significa per lei questo riconoscimento?
Sono ovviamente molto onorato di questo riconoscimento. L’American College of Rheumatology rappresenta l’istituzione più autorevole nel campo della reumatologia mondiale e il giornale della società ha riconosciuto questo articolo come il più influente del 2023. Sono ancora più orgoglioso di questo poiché nei giorni della pubblicazione sono state rilasciate le linee guida sull’osteoporosi cortisonica che rispecchiano perfettamente i risultati del nostro studio.
Ad oggi quali sono gli studi su cui si sta concentrando e quali le future collaborazioni?
In questo momento stiamo lavorando su diversi fronti di ricerca. In particolare stiamo conducendo uno studio controllato, in collaborazione con l’University of Alabama at Birmingham (UAB) negli States, che mira a scoprire quello che accade alle ossa quando il cortisone viene terminato e si deve lasciare anche la terapia anti-osteoporotica. Inoltre, grazie anche al recente arrivo in reumatologia di una nuova metodica radiologica avanzata (una microTC del polso), vogliamo esplorare l’effetto di diverse malattie e terapie sullo scheletro, valutando la qualità della microarchitettura dell’osso come mai prima di oggi! Il nostro impegno nella ricerca sulla salute delle ossa ha portato a dei riconoscimenti importanti del gruppo del docente Maurizio Rossini. In particolare, con il coinvolgimento nella stesura delle linee guida dell’Istituto superiore di sanità sulle fratture da fragilità. Verona ha partecipato con il docente Maurizio Rossini, il docente Davide Gatti ed io.
Sara Mauroner