Il 4 gennaio è stato pubblicato su Nature Career “Start 2024 by asking: ‘Why do science?“, un articolo scritto da due dottorandi dell’università di Verona, Mirko Treccani e Laura Veschetti, sull’importanza di fare un passo indietro rispetto al classico format del lab-meeting e chiedersi perchè “facciamo quello che facciamo”?
Come è nata questa idea?
Mirko Treccani: “Nel 2023 ho partecipato come dottorando al programma Erasmus University Rotterdam, nei Paesi Bassi. Durante la mia permanenza, ho avuto l’opportunità di partecipare al Journal Club del venerdì organizzato da Jeremy Labrecque. Durante questi incontri venivano esplorati vari aspetti del mondo scientifico, mirando ad accrescere la creatività scientifica e le capacità di dialogo dei partecipanti. In uno di questi incontri, Labrecque ha chiesto ai partecipanti, ricercatori a diversi stadi della loro carriera: “Perché facciamo scienza?“. Dopo l’incontro, ho condiviso con la mia collega questo scambio di opinioni ed entrambi eravamo entusiasti di questa tematica e, come di consueto, ne abbiamo parlato approfonditamente, scambiando a nostra volta pensieri e pareri al riguardo. Abbiamo iniziato a pensare a come porre questa domanda ai membri del laboratorio di Genetica molecolare dell’università di Verona in cui conduciamo le nostre ricerche. Così, una volta rientrati nella città scaligera, abbiamo proposto di organizzare un evento simile, con la collaborazione di Giovanni Malerba, docente di Genetica medica nel dipartimento di Scienze chirurgiche odontostomatologiche e materno-infantili, coinvolgendo dieci tra tirocinanti, dottorandi, post-doc e tecnici del laboratorio”.
Di cosa vi occupate?
Mirko Treccani: “Sono un dottorando in Scienze applicate della vita e della salute, sotto la supervisione del professor Giovanni Malerba e attualmente sto concludendo il mio percorso dottorale”.
Laura Veschetti: “Ho conseguito un dottorato di Ricerca in Scienze applicate della vita e della salute, sotto la supervisione di Giovanni Malerba. Attualmente sto svolgendo un post dottorato all’Istituto scientifico San Raffaele di Milano in collaborazione con l’università di Verona.
Quindi, perché fate scienza?
I membri più senior hanno raccontato che sono diventati scienziati per soddisfare un bisogno esistenziale: la curiosità e la sete di sapere, intrinseca in ogni essere umano, li ha condotti sulla strada della scienza per cercare di rispondere alle grandi domande della vita. Dottorandi e ricercatori post-doc hanno aggiunto che la loro visione della pratica scientifica è anche un modo per risolvere problemi complessi e rispondere a domande difficili, al fine di costruire un futuro migliore. Colleghi provenienti da paesi in via di sviluppo e diversi tesisti hanno manifestato il desiderio di soddisfare bisogni sociali più immediati e a migliorare la vita quotidiana di ognuno di noi. Altri hanno semplicemente espresso il piacere di fare scienza.
Quali sono stati i benefici tratti da questo confronto?
L’incontro ci ha aiutato a discutere apertamente il ruolo degli scienziati e ad esplorare aspetti della nostra personalità che spesso rimangono nascosti nella vita lavorativa di tutti i giorni. Ci siamo sentiti più uniti come gruppo e ci siamo sentiti validati nel nostro essere e nel nostro divenire scienziati. Spesso, noi scienziate e scienziati siamo presi da scadenze e dalle attività e responsabilità quotidiane, e ci dimentichiamo di fare un passo indietro per rifocalizzarci sul quadro completo. Entrambi abbiamo tratto beneficio da questo incontro di laboratorio: ci ha permesso di crescere non solo come scienziati, ma anche come individui. I nostri momenti di confronto non sono certamente finiti quel giorno, ma hanno iniziato a essere sempre più presenti durante le nostre pause caffè. Dato il successo di questo primo incontro, speriamo di ripeterlo su base annuale, coinvolgendo nuovi membri del nostro laboratorio e riflettendo sulle esperienze che ci stanno facendo crescere come scienziati.
Mara Bellini, tirocinante Univerona news