Il teatro, la vita e la voce. Sono queste le tre sezioni in cui si sviluppa il percorso espositivo della mostra per i 100 anni della Divina, inaugurata il 12 gennaio e visitabile fino a mercoledì 28 marzo nella sede del conservatorio E.F. Dall’Abaco di Verona. Tre temi fondamentali attorno cui ruota tutta la figura di Maria Callas, conosciuta come la Divina, la cui storia è legata in maniera indissolubile alla città di Verona partendo da quel lontano 2 agosto 1947, data del debutto della divina Maria Callas all’Arena di Verona, che segna l’inizio di quel legame indissolubile tra la Divina e la città.
La mostra, già allestita dal 12 gennaio e in programma fino a mercoledì 28 marzo, è stata promossa dal Comune di Verona in collaborazione con l’università di Verona, la Fondazione Arena, il Conservatorio E. F Dall’Abaco, l’archivio Tommasoli, la Warner Classics, il Festival internazionale Maria Callas, e la Regione Veneto.
Si tratta di un percorso espositivo, articolato in tre spazi che ospitano specifiche sezioni tematiche, predisposto per mettere in risalto i luoghi e le persone che sono entrati in relazione con la Divina durante il suo soggiorno veronese durato fino al 1954.
Le sezioni della mostra si suddividono in: “il teatro”, un allestimento che suggerisce il punto di vista di uno spettatore sul sipario aperto, che sarà possibile varcare, per entrare all’interno di uno spazio scenico in cui è ospitato un contributo video sull’arte di Maria Callas, “la vita”, ripercorsa grazie a fotografie di scena e di vita privata, e infine la sezione “la voce”, un viaggio immersivo in quella che era stata definita un “soprano drammatico di coloratura”, per indicare la sua sorprendente tecnica vocale.
La mostra si inserisce nell’ampio calendario di iniziative callassiane che sono state realizzate, a partire dal mese di novembre 2023 in collaborazione anche con l’ateneo scaligero. Tra varie iniziative si ricorda il ciclo di conferenze “Musiche nella storia: incontri con l’università all’accademia Filarmonica” coordinate da Vincenzo Borghetti, docente di storia della musica del dipartimento di Culture e civiltà dell’università di Verona.
Sara Mauroner
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