La procreazione medicalmente assistita (Pma), comunemente detta “fecondazione artificiale”, è l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie, nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto e nei casi in cui altri interventi farmacologici e/o chirurgici.
Sono passati ormai 20 anni dall’entrata in vigore della Legge 40 che ha disciplinato l’applicazione di questa procedura. Ma cosa è cambiato da allora? Ne abbiamo parlato con Massimo Franchi, docente del dipartimento di Scienze chirurgiche odontostomatologiche e materno infantili dell’università e direttore dell’Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata.
- Professor Franchi, che cosa si intende per procreazione medicalmente assistita e chi vi può accedere?
La procreazione medicalmente assistita è l’insieme delle tecniche mediche che si utilizzano per aiutare il concepimento in tutte le coppie in cui non avviene spontaneamente. Le metodiche di Pma comportano la manipolazione dei gameti (ovociti e spermatozoi) nell’ambito di un trattamento finalizzato a realizzare una gravidanza. L’accesso alle tecniche di Pma è consentito solo quando sia accertata l’impossibilità di rimuovere le cause che impediscono la procreazione e deve essere documentato da una certificazione di infertilità da parte del medico. Le coppie hanno diritto solo se composte da individui maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi. Oltre all’infertilità possono accedere alle tecniche di PMA le coppie portatrici di patologie genetiche trasmissibili; le coppie sierodiscordanti portatrici di patologie infettive e le coppie in cui uno o entrambi i partner siano ricorsi in passato alla crioconservazione dei propri gameti o di tessuto gonadico per preservazione della fertilità.
- A distanza di 20 anni dalla legge 40, come è cambiato l’approccio del medico e del paziente nei confronti di questa tecnica anche grazie all’esperienza e alla ricerca scientifica?
Per rispondere cito Rossana Di Paola, dirigente medico e docente di Fisiopatologia della riproduzione umana della Scuola di specializzazione in Ginecologia e ostetricia che lavora nel mio dipartimento, “Noi medici della riproduzione, possiamo lavorare con maggiore coinvolgimento delle coppie cercando di condividere le scelte cliniche il più possibile, soprattutto in relazione a tre aspetti fondamentali che sono cambiati negli ultimi dieci anni:
- La preservazione della fertilità attraverso il congelamento di cellule o tessuti riproduttivi tutte le volte che si è di fronte a un individuo giovane in età fertile che ha una diagnosi di malattia tumorale e che deve affrontare terapie antitumorali estremamente dannose e tossiche per le gonadi (ovaie e testicoli)
- La fecondazione eterologa ovvero la fecondazione in vitro che può essere eseguita grazie alla donazione di cellule riproduttive da parte di un individuo esterno alla coppia
- La crioconservazione degli embrioni che può essere eseguita sia per evitare le gravidanze multiple che sono a rischio per la madre e per i nascituri, sia per poter eseguire una diagnosi genetica sull’embrione laddove necessario
- Quali solo le prospettive future in questo ambito?
Sicuramente c’è bisogno di sensibilizzare e informare la popolazione sul potenziale riproduttivo in relazione all’età e allo stile di vita oltre che ad eventuali eventi di chirurgia e patologie che possono incorrere nel corso della vita e che possono influenzare la fertilità in modo irreversibile. Bisognerebbe iniziare con campagne divulgative basate sulla donazione dei gameti per cercare di arginare il turismo riproduttivo che porta le nostre coppie a rivolgersi all’Estero o i nostri Centri di Pma a importare gameti da Banche europee. Infine, ricordo che il Veneto è una delle poche Regioni dove è possibile accedere gratuitamente alle tecniche di preservazione della fertilità attraverso il Sistema sanitario nazionale per tutte le patologie benigne e maligne o le condizione che compromettono la fertilità.
Sara Mauroner
Credits foto: Aoui Verona Stampa