Le lingue non sono immutabili, ma sono, invece, in continua evoluzione e cambiamento, seguendo e registrando i cambiamenti culturali dei parlanti. E così ci si trova a riflettere sullo stato attuale della lingua italiana, fra tradizione e innovazione.
Questo sarà, infatti, il tema della lezione, aperta a tutta la cittadinanza, che terrà il linguista Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca.
L’incontro si terrà lunedì 8 aprile, alle 17, nell’aula T.1 del Polo Zanotto. A introdurre la relazione di D’Achille sarà Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà di ateneo, che ha promosso l’evento insieme al Dottorato in Filologia, Letteratura e Scienze dello spettacolo.
Paolo D’Achille, docente di Linguistica italiana nel dipartimento di Studi umanistici dell’università Roma Tre, è stato presidente della Silfi, Società internazionale di Linguistica e Filologia italiana e segretario dell’Asli, l’Associazione per la Storia della lingua italiana. È socio ordinario dell’Arcadia e socio effettivo della Società Romana di Storia Patria.
Ha fatto parte del comitato scientifico della Enciclopedia dell’italiano ed è presidente dell’Accademia della Crusca dal 2023.
Si è occupato di vari temi e problemi di storia della lingua italiana, studiando in particolare i rapporti tra il parlato e lo scritto, la produzione semicolta e in genere le varietà diafasiche e diastratiche in prospettiva storica, la lingua del melodramma e del teatro, le scritture esposte, specifiche questioni di morfologia flessiva e lessicale e di sintassi.
Ha studiato anche vari aspetti dell’italiano contemporaneo, occupandosi dei neologismi, del problema dell’editing e della revisione redazionale dei testi, delle varietà regionali di italiano, del linguaggio giovanile, della lingua di vecchi e nuovi media, di onomastica, delle idee linguistiche di Pasolini.
L’Accademia della Crusca, destinata allo studio e alla conservazione della lingua italiana. nasce nel 1582 a Firenze con il contributo decisivo del letterato Lionardo Salviati con lo scopo di separare il ‘fior di farina’, cioè la buona lingua, identificata con il fiorentino del Trecento, dalla ‘crusca’ che nelle epoche posteriori avrebbe corrotto la lingua. Nel 1590 cominciò la preparazione del vocabolario della lingua italiana, la cui prima edizione uscì a Venezia nel 1612 con il titolo di Vocabolario degli Accademici della Crusca.
Accanto gli impegni propriamente lessicografici, l’Accademia ha successivamente sviluppato un’attività di ricerca e di consulenza sull’italiano, percorrendo strade nuove sui fronti grammaticale, lessicologico e filologico.
Elisa Innocenti