Nel buio dello spazio ci sono le stelle, nel buio della malattia c’è la ricerca. Queste le parole che sintetizzano l’incontro tenutosi martedì 21 maggio alla Fucina culturale Machiavelli di Verona e promosso dalla Fondazione italiana linfomi, Fil. Ospite d’eccezione l’astronauta Paolo Nespoli, testimonial della Fondazione a cui nel 2021 è stato diagnosticato un linfoma B cerebrale.
A portare i saluti introduttivi il magnifico rettore Pier Francesco Nocini, l’assessora alle Politiche educative e scolastiche Elisa La Paglia e il direttore dell’Unità operativa complessa di Ematologia Mauro Krampera.
Protagonisti dell’incontro il vice presidente della Fondazione italiana linfomi, responsabile dell’Amid/Day service di Ematologia dell’Aoui e docente del dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione dell’università di Verona, Carlo Visco che insieme a Paolo Nespoli, ex astronauta dell’Agenzia spaziale europea e testimonial della Fondazione, hanno dato vita ad un dialogo atto a sensibilizzare e informare sul tema della ricerca.
Nespoli, noto per le sue missioni spaziali a bordo dello space shuttle Discovery e della Stazione spaziale internazionale, ha condiviso le esperienze vissute nei 313 giorni in orbita e parlato del viaggio più difficile che ha dovuto affrontare, ovvero la lotta contro un linfoma cerebrale diagnosticato nel 2021. Attualmente in remissione, l’astronauta ha deciso di supportare la Fondazione Italiana Linfomi, diventandone testimonial per sensibilizzare il pubblico sull’importanza della ricerca scientifica.
“Per aspera ad astra è il motto dell’astronauta – ha dichiarato Paolo Nespoli – e mi ha accompagnato per tutta la mia vita professionale, perché per vedere le stelle bisogna passare in mezzo alle difficoltà. Quando mi sono ammalato ha assunto un significato nuovo. Questa nuova missione è stata dura, prima la chemioterapia, nel mentre la riabilitazione per ricominciare a camminare e per ultimo l’autotrapianto di cellule staminali che mi ha costretto a 23 giorni di isolamento. È stato questo il momento più difficile”.
“Sfide che nello Spazio, come nella vita, possono spaventarci e sembrarci gigantesche – ha aggiunto l’astronauta – possono annichilire la nostra forza di volontà e mettere a dura prova la nostra salute, mentale e fisica. Però è solo affrontando le difficoltà fino a superarle che possiamo puntare in alto”.
Sul tema della ricerca è intervenuto il vice presidente Carlo Visco che ha sottolineato l’importanza di fondazioni come la Fil, che tramite la ricerca consentono di comprendere le cause dietro i linfomi e di sperimentare nuove cure.
“La ricerca è una cosa entusiasmante – ha affermato Visco – perché, un po’ come nello spazio, consente di esplorare ciò che è ignoto e trovare risultati che vanno aldilà delle aspettative. Realtà come la Fondazione italiana linfomi consentono di ottenere i finanziamenti necessari per produrre studi clinici dettagliati e contrastare la diffusione dei linfomi. Senza queste fondazioni una ricerca così dettagliata non sarebbe possibile”.
La Fil lavora ogni giorno, dal 2010, per donare un futuro a tante persone che affrontano un linfoma. I linfomi racchiudono diversi tipi di tumori del sangue che prendono origine dalle cellule delle ghiandole linfatiche presenti in tutto il corpo. In Italia colpiscono ogni anno circa 15.000 persone, con un’incidenza di 40 nuovi casi al giorno, quasi 2 ogni ora.
La Fondazione conduce studi in autonomia o in sinergia con altri gruppi di ricerca, con l’obiettivo di migliorare la salute dei pazienti con diagnosi di linfoma, e per farlo collabora con 141 centri di ricerca e cura sparsi sul territorio italiano. Dal 2010 ad oggi la Fondazione ha condotto circa 100 studi e coinvolto oltre 10.000 pazienti.
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Marco Chirico
Tirocinante Univerona news