Verona, la “piccola Gerusalemme”. Questo era il soprannome con cui, già nel quindicesimo secolo, veniva descritta la città veneta con le sue numerose e splendide chiese. Ad evidenziare questo legame storico profondo, la fondazione “Verona minor Hierusalem” che dal 2016, in collaborazione con l’università di Verona, ha l’obiettivo di incoraggiare enti e istituzioni ad adottare un atteggiamento di valorizzazione culturale della città.
Nell’ambito di questa collaborazione abbiamo avuto modo di parlare con la direttrice della fondazione Paola Tessitore che ci ha chiarito gli obiettivi del progetto e le prospettive della cooperazione con l’ateneo scaligero.
- Direttrice, pensando alla comunità universitaria e a quella più ampia della città di Verona, quali sono le ragioni da cui è scaturito il più ampio progetto “Verona minor Hierusalem, una città da valorizzare assieme”?
La fondazione Verona minor Hierusalem, Vmh il cui nome richiama l’antico sigillo attribuito alla città di Verona 550 anni fa e riscoperto dal docente del dipartimento di lingue e letterature straniere dell’università di Verona Gian Paolo Marchi, ha come obiettivi la ricerca, lo studio e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e spirituale presente in 15 chiese del territorio e in tre itinerari culturali Vmh realizzati lungo l’antica via Postumia. Per raggiungere lo scopo è necessario il coinvolgimento di una cittadinanza attiva e intergenerazionale attraverso il volontariato culturale e l’accoglienza inclusiva e competente dei visitatori.
La fondazione, consapevole di aver ricevuto gratuitamente una eredità inestimabile, la custodisce e la mantiene con una visione lungimirante, per poterla trasmettere alle generazioni future.
In questo suo compito la Verona minor Hierusalem agisce generando innovazione sociale, per creare nuovo valore attraverso l’arte e l’economia, in sussidiarietà circolare con istituzioni, enti, associazioni e aziende presenti sul territorio veronese, avvalendosi di un modello di volontariato culturale dal titolo “Tessere relazioni per il bene comune” basato su sei pilastri: economia del dono, formazione interdisciplinare, creazione di valore nelle relazioni, passaggio intergenerazionale della cultura, innovazione continua e sinergie con il territorio e l’ambiente imprenditoriale.
- In collaborazione con la fondazione Verona minor Hierusalem l’ateneo propone numerose attività formative per le sue studentesse e i suoi studenti. Quali sono le finalità del progetto che ricorda il percorso storico di chiese cittadine che ricreano a Verona una piccola Gerusalemme e quali, in questo contesto, le opportunità per le nostre giovani e i nostri giovani?
La collaborazione tra l’università di Verona e la Fondazione risale all’avvio del Progetto “Verona Minor Hierusalem, una città da valorizzare assieme” nel novembre 2016. Già allora numerosi docenti dell’ateneo provenienti da diversi dipartimenti avevano garantito la loro disponibilità, nell’ottica dell’economia del dono e poi terza missione, per la formazione di un volontariato culturale di oltre mille persone coinvolte in questi anni nel progetto.
Da allora, la sinergia si è notevolmente rinsaldata grazie ai 24 stagisti curricolari e 10 post-lauream disposti a collaborare nelle diverse attività di Verona minor Hierusalem e alla organizzazione di numerose occasioni formative e culturali.
La fondazione ha co-organizzato con l’università una serie di appuntamenti volti a incentivare lo stimolo alla conoscenza e alla “riappropriazione” del patrimonio culturale, storico e artistico della città nella quale si svolge la vita dello studente – sia esso autoctono o fuori sede – attraverso appuntamenti di formazione qualificata, contribuendo anche a tessere e rafforzare rapporti e relazioni tra pari. I risultati di tutte le attività vengono valutati e resi pubblici annualmente attraverso convegni, ricerca scientifica e valutazione di impatto sociale.
L’offerta culturale segue direttrici innovative, approcci nuovi all’arte, avvicinamento alla cultura con modalità inedite e sperimentali, con appuntamenti culturali aperti agli studenti dell’università di Verona, dell’accademia di Belle arti di Verona e del conservatorio “E. F. Dall’Abaco”.
- Giugno sarà l’occasione per presentare alla città e agli enti e Istituzioni coinvolti nel progetto “Il patrimonio storico-artistico delle chiese dei tre itinerari di Verona minor Hierusalem come driver per l’inclusione, la salute, il benessere emotivo e spirituale.” I risultati del primo anno di attività. Vuole anticipare qualcosa dell’evento in programma alle nostre lettrici e ai nostri lettori?
Lo scopo del progetto, è quello di sperimentare all’interno di istituzioni molto qualificate del panorama socio-sanitario veronese alcune azioni pilota di welfare culturale che possano offrire la base, per una futura azione territoriale su larga scala di interventi artistici e culturali per la promozione della salute attraverso l’arte, la cultura e la spiritualità del patrimonio storico, artistico e spirituale delle chiese degli itinerari culturali della fondazione Verona minor Hierusalem. Il convegno sarà un momento importante di riflessione sui primi passi del progetto e sulle prospettive future che questi aprono. Presenteremo alcuni risultati preliminari e discuteremo delle tecniche di valutazione dell’impatto degli interventi. Ragioneremo inoltre sulle importanti opportunità di collaborazione che si aprono su questi temi tra la Vmh e l’ateneo veronese che è in grado di mettere in campo competenze importanti, parte delle quali saranno rappresentate nell’ambito del convegno.
Lo scopo è quello di fare di Verona e del suo ampio patrimonio ecclesiastico una delle città italiane di riferimento sui temi del welfare culturale, attivando l’intero sistema territoriale di enti e istituzioni pubbliche e diocesane insieme a tutte le sue grandi potenzialità: ospedali, università, musei civici, realtà del terzo settore, archivi.
Roberta Dini