Le imprese mantovane interpretano il futuro green in modi diversi: la maggior parte si concentra sulla riduzione degli impatti ambientali ma in ogni caso la trasformazione culturale avanza a passo spedito. Questo il risultato della ricerca condotta dal dipartimento di Management dell’università di Verona in sinergia con importanti studi professionali e di consulenza del territorio mantovano.
Per capire al meglio l’impatto della ricerca abbiamo avuto modo di parlare con Alessandro Lai, docente di Economia aziendale in ateneo, che ha coordinato la ricerca.
Quale obiettivo aveva lo studio?
L’obiettivo della ricerca era quello di analizzare in modo approfondito le pratiche di sostenibilità poste in essere dalle imprese della provincia di Mantova. Questo sforzo è stato finalizzato ad alimentare e arricchire l’Osservatorio permanente della sostenibilità delle imprese mantovane, fondamentale per monitorare e promuovere le buone pratiche di sostenibilità nel territorio.
Per raccogliere i dati sono state condotte interviste della durata di circa un’ora e mezza ciascuna. Queste interviste si basavano su un questionario composto da oltre 200 domande, progettato per coprire a 360° le molteplici questioni di sostenibilità.
Al progetto hanno partecipato attivamente oltre 100 imprese della provincia di Mantova, prevalentemente di piccole e medie dimensioni.
Quali dati sono emersi?
Le imprese hanno piena consapevolezza del fatto che la sostenibilità è ormai una questione ineludibile. La stragrande maggioranza delle imprese si dichiara attenta, se non molto attenta, alla sostenibilità e tale attenzione è cresciuta significativamente negli ultimi 5 anni per effetto un’accresciuta sensibilità del management, oltre che per vincoli normativi e sempre più dettagliate richieste dei clienti. Peraltro, sostenibilità non significa la stessa cosa per tutte le imprese. Sostenibilità significa innanzi tutto “ambiente”, la maggior parte delle imprese infatti riconduce la sostenibilità a concetti/termini evocativi dell’ambiente, ma è evidente anche il rilievo riconosciuto a questioni sociali, di governance ed economiche.
La varietà nelle definizioni fornite riflette la complessità del concetto e la presenza di una trasformazione culturale in atto, dove la sostenibilità inizia ad essere interpretata come una necessità imprescindibile per il successo a lungo termine.
C’è una crescente attenzione alle tematiche ambientali?
Con riguardo all’ambiente la rilevanza riconosciuta ai diversi temi è mediamente alta, con picchi che riguardano materiali, energia e rifiuti. Vi è inoltre piena coerenza fra la rilevanza assegnata e il livello di implementazione di iniziative (maggior rilevanza = maggior livello di implementazione). Penalizzate sono al riguardo le iniziative relative alla biodiversità e all’acqua, in media scarsamente implementate e neppure pianificate. Se confrontiamo le iniziative più diffuse con quelle meno diffuse, possiamo concludere che nel complesso le aziende tendono a dare priorità a quelle iniziative che offrono benefici economici diretti (efficienza energetica) oppure che sono strettamente regolamentate (rifiuti).
E per quanto riguarda la sostenibilità sociale?
Con riguardo al profilo della dimensione sociale, si osserva come i temi legati ai lavoratori siano considerati estremamente rilevanti: il benessere lavorativo e la salute e la sicurezza hanno priorità assoluta rispettivamente per il 67% e l’80% delle imprese. A fronte della rilevanza assegnata, i livelli di implementazione appiano più contenuti. Questo non deve spaventare. Molto probabilmente le imprese, pur considerando la dimensione sociale molto rilevante, ritengono di essere “già a posto” tramite il rispetto delle normative vigenti, a discapito quindi dall’individuazione di ulteriore iniziative “facoltative” che – in una prospettiva di sostenibilità a 360 gradi – possono comunque assumere una certa rilevanza. In ogni caso, spicca il fatto che, con riguardo ai temi di “diversità, inclusione e parità di genere”, il 62% delle imprese dichiara di aver posto in essere iniziative ormai strutturate.
Per ottenere ciò, ci sono stati riassetti organizzativi?
Il profilo della governance mostra come a fronte della crescente attenzione alla sostenibilità le imprese non abbiano ancora “orientato” in tal senso proprio assetto di governance, iniziando solo ora ad inserire amministratori indipendenti che vantano esperienze e professionalità (anche) in tema di sostenibilità. Solo il 5% delle imprese àncora la remunerazione degli amministratori a variabili ESG (d’altronde, solo il 20% prevede remunerazioni variabili), sebbene un 52% delle imprese analizzate ha individuato un referente (28%) o un team (24%) per la sostenibilità. Nonostante l’accresciuta sensibilità verso la sostenibilità, il coinvolgimento degli amministratori quali referenti/ambasciatori della sostenibilità è ancora limitato.
Sul fronte delle procedure e dei sistemi di controllo, il 50% delle imprese ha un codice etico o di condotta e il 42% ha implementato procedure anti-corruzione, mentre minoritario è il numero di imprese che hanno formalizzato il c.d. Modello 231.
Con riguardo alla “governance della catena del valore” solo il 29% delle imprese seleziona i propri fornitori (anche) sulla base di elementi di carattere sociale e/o ambientale (oltre che in base a prezzo, qualità, affidabilità) e un ulteriore 20% ha già pensato come farlo o ha comunque intenzione di farlo in un prossimo futuro. Al contempo, il 42% delle imprese riceve richieste di informazioni da clienti sui propri impatti ambientali e sociali (e un ulteriore 17% si attende di riceverne a breve).
In relazione al grado di attuazione delle iniziative, le imprese mantovane sono raggruppabili in tre cluster: “Apprendisti”, “Emergenti” e “Pionieri”. Gli “Apprendisti” concentrano gli sforzi sui temi ambientali che garantiscono anche benefici economici diretti e sui temi che riguardano i lavoratori. Gli “Emergenti” rivolgono l’attenzione a vari temi ambientali, non solo a quelli che offrono benefici economici diretti, e ai temi che riguardano i lavoratori. I “Pionieri” adottano un approccio olistico, combinando molteplici iniziative ambientali e sociali. Il loro sistema di governance incorpora i principi di sostenibilità e prevede, in tal senso, specifiche figure aziendali.
Quali gli scenari futuri?
La ricerca “Mantova sostiene il futuro” potrà proseguire focalizzandosi su diversi aspetti chiave per monitorare e promuovere la sostenibilità delle imprese. Innanzitutto, la ricerca potrà essere ripetuta in modo da monitorare l’evoluzione delle pratiche di sostenibilità intraprese dalle imprese e potrà inoltre essere replicata in altre province italiane.
Inoltre, potrà essere sviluppato un Rating di sostenibilità che componga le variabili ambientali (E), sociali (S) e di governance (G) in un unico indicatore.
Chi ha partecipato al progetto?
Il gruppo di ricerca del dipartimento di Management è composto, oltre che da me, dai docenti Riccardo Stacchezzini e Francesca Rossignoli e dalla dottoranda Mariella Colantoni. I partner aziendali promotori del progetto sono Cda, Euroconsulting, Progesa, Ra e System Consulting, che proprio in occasione della presentazione dei risultati hanno annunciato la costituzione di Esg Network, una rete finalizzata ad offrire alle PMI cultura e formazione su tematiche di sostenibilità.
Elisa Innocenti