Inquinamento atmosferico e incidenza di leucemia nella Pianura padana. Un nuovo studio sull’esposizione residenziale nella zona industriale di Viadana, Italia settentrionale, effettuato dal dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica dell’ateneo veronese. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Research, è stata coordinata da Alessandro Marcon e Francesca Locatelli , docenti di Statistica medica, in collaborazione con Luigi Martinelli, specializzando del dipartimento di Diagnostica e santità pubblica, Pierpaolo Marchetti, ricercatore del dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica, e Silvia Panunzi, dottoranda del corso in Scienze applicate della vita e della salute.
L’indagine è stata finanziata da Ats della Val Padana e ha ottenuto il co-finanziamento di un assegno di ricerca biennale dal dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica dell’università di Verona mentre Egon Solutions ha contribuito allo studio effettuando gratuitamente la geocodifica degli indirizzi di residenza dei partecipanti. Hanno partecipato anche l’università di Basilea e Swiss Tropical and Public Health Institute in Svizzera, il dipartimento di Epidemiologia della regione Lazio, l’agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia-Romagna e il servizio di Epidemiologia e comunicazione Ausl di Reggio Emilia. La pubblicazione è un approfondimento dei risultati preliminari dell’indagine Viadana III, pubblicati in Open Access su Zenodo e disponibili in Salute dei bambini e incidenza di tumori nel distretto sanitario di Viadana.
Le nuove analisi hanno focalizzato l’attenzione sulla formaldeide, valutando anche l’area del distretto più vicina alle aziende del pannello truciolare, un territorio più omogeneo per caratteristiche sociodemografiche della popolazione residente e anche per l’accuratezza delle stime di esposizione ottenute dai modelli. Il team di ricerca ha valutato la relazione tra esposizione all’inquinamento atmosferico nella zona di residenza e incidenza di leucemia nel distretto di Viadana, provincia di Mantova. L’indagine si è avvalsa di modelli di esposizione agli inquinanti sviluppati in collaborazione con gruppi di ricerca internazionali. L’area a sud del distretto, densamente popolata, ospita due industrie del pannello truciolare dotate di impianti chimici per la produzione di resine urea-formaldeide, impianti di produzione e stoccaggio di pannelli truciolari e piccoli inceneritori. Le emissioni legate all’urbanizzazione e alle attività industriali si aggiungono a un livello di fondo elevato, comune alla Pianura padana, caratterizzata da condizioni orografiche e meteorologiche che ostacolano la dispersione degli inquinanti dell’aria.
È stato condotto uno studio caso-controllo reclutando tutti i 115 casi di leucemia verificatisi nel distretto nel periodo 1999-2014 e 496 controlli, equiparati per età. Ats della Val Padana ha identificato i casi utilizzando il registro tumori provinciale e ha ricostruito le storie residenziali dei casi e dei controlli per un periodo di 15 anni attraverso la consultazione dei registri municipali. L’analisi ha considerato fattori di rischio quali le esposizioni occupazionali a benzene e formaldeide e diagnosi pregresse di cancro.
“Non è emersa alcuna associazione tra le esposizioni a PM10, PM2.5 e NO2 e l’incidenza di leucemia” – spiegano i ricercatori – “Tuttavia, è emersa un’indicazione di un rischio aumentato di leucemia in relazione all’esposizione a formaldeide, nonostante un’ampia incertezza statistica dovuta alla ridotta numerosità dei casi in un territorio relativamente piccolo. Le associazioni stimate per la formaldeide erano più elevate per i sottotipi di leucemia acuta e mieloide e nel raggio di 4 km intorno agli impianti industriali. Quest’ultimo risultato suggerisce la potenziale rilevanza delle emissioni legate alle attività industriali nel distretto. Il nostro studio è il primo che ha valutato l’associazione tra esposizione alla formaldeide outdoor e incidenza di leucemia nella popolazione generale. Questo setting – a differenza degli studi occupazionali – include individui fragili e potenzialmente più vulnerabili agli effetti dell’esposizione residenziale prolungata.”
“Lo studio indica la potenziale rilevanza dell’esposizione outdoor a formaldeide in termini di salute pubblica e, di conseguenza, del monitoraggio di tale inquinante dell’aria negli ambienti esterni. I nostri risultati sono consistenti con gran parte della letteratura, sebbene non unanimi sul tema, compreso il rischio maggiore osservato per le leucemie acute e mieloidi. Tuttavia, il numero di casi nel nostro studio era ridotto a causa delle dimensioni ridotte della popolazione target. Pertanto sono necessarie ulteriori ricerche, specialmente in popolazioni più ampie, incorporando dati su altri fattori di rischio come stili di vita, nonché indagini per ottenere una comprensione più approfondita dei possibili meccanismi sottostanti.”
©Your Hand Please – stock.adobe
Sara Mauroner