Le implicazioni giuridiche dello sport sono numerose e sfaccettate. E negli anni, in Italia ma non solo, sono stati diversi gli interventi legislativi in questo ambito. Basti pensare che, nel 2023, è stata approvata la modifica all’art. 33 della Costituzione introducendo il nuovo comma «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».
A fare il punto su questo tema di grande importanza in relazione anche alle Olimpiadi 2024 è Sara Scola, ricercatrice di Diritto privato del dipartimento di Scienze giuridiche.
“Pare superfluo rimarcare la rilevanza sempre crescente che assume lo sport a livello giuridico e che, non a caso, ha sollecitato il legislatore a intervenire in modo significativo anche negli ultimi anni: solo per citare un paio di esempi, dal 2019 ad oggi abbiamo visto nascere a più riprese la cosiddetta Riforma dello sport – che ha interessato, tra l’altro, la disciplina del lavoro sportivo – e, ancor più di recente, abbiamo assistito al riconoscimento dello sport in Costituzione, attraverso la riforma dell’art. 33 Costituzione. In questo sistema composito, il giurista è chiamato al delicato compito di preservare l’autonomia dell’ordinamento sportivo, dotato di norme proprie, di un autonomo sistema di giustizia e di un proprio apparato organizzativo, attuando al contempo quella legittima interferenza con esso, lì dove vengano in gioco interessi che riguardano anche l’ordinamento statale.
Le Olimpiadi, che sono state sin dal principio il vero motore per lo sviluppo del valore e dei valori dello sport, rappresentano il fulcro del sistema sportivo, la cui forza è in grado di propagarsi a tutti i livelli, ivi compresi le Federazioni sportive nazionali e i molteplici Sodalizi sportivi, nonché verso tutte le generazioni di sportivi, anche le più giovani.
In pochi giorni, infatti, si susseguono le più diverse discipline olimpiche – in numero sempre crescente rispetto al passato – e gli atleti di tutto il mondo, pur facendosi orgogliosamente portatori della cultura e delle tradizioni del proprio Paese, si impegnano a osservare un plafond di valori e regole comuni che non riguardano solo il sano svolgimento della competizione sportiva, ma abbracciano anche obiettivi condivisi di carattere educativo, morale, sociale ed etico.
Peraltro, se è vero che gli attori dei Giochi Olimpici sono gli atleti, non meno rilevante è il ruolo del Comitato internazionale olimpico (Cio) e, all’interno dei nostri confini, del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), chiamati a promuovere i principi e i valori dell’Olimpismo e a presidiare lo svolgimento dell’evento e il suo imponente apparato organizzativo.
Le Olimpiadi rappresentano quindi, ancora oggi, il principale banco di prova per vagliare l’efficienza del sistema sportivo, il rispetto delle regole – a partire dai principi della Carta Olimpica – su cui esso si fonda, nonché il funzionamento delle istituzioni che lo governano.
Una preziosa occasione per valorizzare il ruolo centrale che lo sport assume nel contesto sociale nazionale e sovranazionale, ma anche per prendere coscienza in modo tangibile degli aspetti sui quali, nell’ottica di un proficuo miglioramento, il giurista potrà, negli anni a venire, dare il suo prezioso contributo”.
SM
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