Ad aprile scorso durante la “Olympic AI Agenda”, il Comitato olimpico internazionale ha rivelato la sua strategia in materia di intelligenza artificiale, dichiarando che potrebbe aiutare lo sport in molti modi: sia in fase preparatoria, identificando gli atleti più promettenti e aiutandoli negli allenamenti attraverso l’analisi dei dati, ma anche contribuendo a migliorare il giudizio dei giudici.
Marco Cristani docente di Sistemi di elaborazione delle informazioni del dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione ci parla del rapporto tra sport e IA e del contributo che può dare il dipartimento in questo ambito.
“La rivoluzione dell’intelligenza artificiale (IA) è arrivata anche allo sport, già da qualche anno, ma è proprio in queste settimane che capiremo l’efficacia e le potenzialità di questo connubio, sia per chi pratica sport che per chi lo segue. Le Olimpiadi di Parigi 2024 rappresentano infatti “il” banco di prova a livello planetario, con applicazioni che spaziano dall’assistenza e la salvaguardia degli atleti, fino al miglioramento delle esperienze di trasmissione.
Il dipartimento di Ingegneria per la medicina di innovazione dell’università di Verona sta seguendo questo evento con particolare attenzione: il Dimi infatti, più di altri, ha le capacità di leggere e discutere di IA per lo sport, grazie alla sua natura multidisciplinare fatta di ingegneri e fisici da una parte, medici dall’altra, assieme a giuristi e filosofi.
Ma quali sono i fattori principali che stanno attraendo migliaia di scienziati verso l’ambito dell’IA nello sport?
Il più importante è quello di saper elaborare moli di dati smisurate: nel mondo di chi pratica sport questo significa statistiche di performance, report post-prestazione che valutano e commentano ogni schema di gioco di una squadra o movimento di un ginnasta, al millimetro di precisione, con un’analisi degli errori o l’identificazione degli aspetti migliorabili.
L’altro fattore di interesse è quello dei suggerimenti ante-prestazione: si parla per esempio di elaborare gli schemi più efficaci per battere a calcio una squadra specifica, oppure suggerire il migliore stile di gioco per un tennista, viste le sue misure antropometriche e quelle del suo avversario.
Il Dimi, in collaborazione con il dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, ha come particolare interesse quello degli sport montani, studiando i benefici di routine più o meno intensive sulla salute a lungo termine degli atleti. Non si parla solo di algoritmi, però: sensori indossabili, videoanalisi e simulazioni virtuali permettono di monitorare costantemente i progressi di un atleta e di intervenire in tempo reale per correggere eventuali errori. Numerosi sono i gruppi di ricerca del nostro dipartimento che studiano l’utilizzo di sensori innovativi, da telecamere a infrarossi per analizzare azioni sportive senza la necessità di indossare marker, fino a telecamere neuromorfiche per catturare azioni ad altissima frequenza.
Anche la sfera dell’arbitraggio beneficia dell’IA, attraverso sistemi di videoanalisi avanzati che permettono di rivedere le azioni in tempo reale e di prendere decisioni più accurate e imparziali.
Infine, accanto al mondo di chi pratica lo sport esiste quello, associato, di chi segue lo sport, ossia dell’intrattenimento. Non è fantascienza pensare che fra pochi anni saremo in grado di vivere in prima persona lo sport praticato dai professionisti, grazie a telecamere indossabili per l’ego-vision, mettendoci così nei panni di uno schermidore osservando da dentro il caschetto l’avversario che incalza. Il dipartimento Dimi, come ulteriore esempio, ha pubblicato lavori che capiscono l’attrattività di determinate azioni sportive sul pubblico, permettendo così servizi di summary automatico che colgano i momenti più emozionanti di una competizione. Questi lavori sono stati pubblicati nelle passate edizioni dell‘Ieee International workshop on computer vision in sports, ospitato durante i più importanti eventi per l’IA, e giunto quest’anno alla sua decima edizione, a testimonianza di un interesse cresciuto negli anni a livello internazionale, dimostrazione tangibile dell’interesse che il mix di IA e sport sta generando”.
Sara Mauroner
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