Venerdì 13 settembre si è dato ufficialmente inizio alle attività della 22a edizione del festival Tocatì a Verona, con il convegno “Dalla tristezza dell’azzardo alla gioia del gioco”. A fare da cornice sono state le suggestive pareti affrescate della sala conferenze “Sandro Ruffo” del museo di Storia naturale.
Il confronto ha preso il suo posto all’interno del ciclo “Riflessioni” del festival ed è il frutto della collaborazione tra l’Associazione giochi antichi (Aga) di Verona, ente ideatore e organizzatore del Tocatì, ed Alea, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio.
Giorgio Paolo Avigo, presidente di Aga non poteva mancare per portare i suoi saluti istituzionali, ricordando l’importanza che risiede nel portare a galla la problematica del gioco d’azzardo, visto il suo carattere intergenerazionale. Sono seguiti i saluti di Chiara Stella, in rappresentanza del comune di Verona e di Daniela Galletta, coordinatrice della rete Scuola e territorio – educare insieme, che ha invocato la necessità di coinvolgere i giovani nella campagna di sensibilizzazione sul tema.
Maurizio Fiasco, sociologo e presidente di Alea, ed Emilia Serra, psicologa e responsabile del progetto “Tutto in gioco?” dell’Aulss4, hanno moderato l’incontro introducendo le relatrici e i relatori che nella mattinata si sono turnati al pubblico, declinando il tema nei loro campi di lavoro. Tra questi: Roberta Pacifici, già direttrice del Centro nazionale dipendenze e doping (Iss), Cristiano Chiamulera, docente di Farmacologia dell’università di Verona, Daniele Butturini, docente di Diritto costituzionale dell’ateneo veronese e Pierluigi Sacco, docente di Economia della cultura allo Iulm di Milano.
La rassegna ha portato in luce gli aspetti più controversi della dipendenza da gioco d’azzardo, dalla sua comparsa tra le abitudini degli adolescenti, al meccanismo chimico che regola il processo di creazione del piacere a livello dell’amigdala, fino ad arrivare al passaggio in rassegna delle norme giuridiche a riguardo.
“Iniziare [il festival] in maniera positiva, – ha esortato Giorgio Paolo Avigo riferendosi al convegno – poiché seppur sia un problema importante quello del gioco d’azzardo, sappiamo anche che ci sono molte realtà, alcune presenti oggi, che lavorano per delimitarlo e quindi per guardare positivamente alle soluzioni”.
“Ci sono tre giorni a Verona in cui c’è la franchigia, la libertà dalle tristi passioni dell’azzardo e sono i tre giorni del Tocatì, la sperimentazione vivente della medicina al problema: la socialità, il rapporto tra generazioni, e una città che accoglie” – ha spiegato Maurizio Fiasco.
“Mi rendo conto che purtroppo il diritto è molto arretrato rispetto alle acquisizioni scientifiche – ha ammesso Daniele Butturini – anche perché è molto condizionato dalle lobby”. Chiude poi l’intervento con una riflessione: “Quindi cosa serve? Certamente una legge, ma è necessaria anche un’opera di politicizzazione della società, cioè un’attività di mobilitazione rispetto a questi principi, che deve tradursi in lotte che portino a leggi. Un’azione collettiva affinché la società fuoriesca da uno stato di passività e si organizzi collettivamente, perché non è possibile che diritti di questo tipo, essenziali, stiano sulle spalle di giudici che possono decidere solo su vertenze individuali e specifiche”.
Alessia Veronese – tirocinante Univerona News