L’università di Verona ha messo in palio, come lo scorso anno, un viaggio premio al Cern di Ginevra per le cinque migliori squadre delle scuole superiori di secondo grado delle province di Verona, Mantova e Vicenza, fra quelle di cui facevano parte almeno due studentesse, che hanno partecipato alle gare a squadre nazionali dei Campionati (ex-Olimpiadi) di Fisica (tre squadre), Matematica (una squadra) e, per la prima volta quest’anno, anche di Informatica.
L’iniziativa ha l’obiettivo di coinvolgere la rappresentanza femminile nelle materie scientifiche, oltre che orientare gli studenti alla scelta del loro percorso di studi, favorendo la presenza femminile nei corsi di laurea Stem (acronimo di Science, Technology, Engineering, Mathematics). Il viaggio premio, infatti, è stato finanziato dall’ateneo grazie all’impegno di Massimiliano Badino, referente del Rettore all’Orientamento, e di Francesca Monti, docente di Fisica nel dipartimento di Informatica dell’ateneo. Rappresenta un positivo segnale, in tal senso, l’interesse manifestato dalle studentesse, in particolare dalle due giovanissime vincitrici della squadra di Informatica dell’Istituto di istruzione superiore Calabrese Levi di Verona: è proprio in questo settore, infatti, che la presenza femminile risulta particolarmente carente.
La visita al più importante laboratorio di fisica delle particelle al mondo, con ben 7 acceleratori, il principale dei quali, l’LHC (Large Hadron Collider) si estende su una circonferenza di 27 chilometri, ha rappresentato per il gruppo di 15 studenti e 11 studentesse, accompagnati dalla professoressa Monti e dai loro insegnanti insieme a tre membri dell’Aif, l’Associazione per l’insegnamento della Fisica, che ha attivamente contribuito all’organizzazione, un emozionante viaggio alla scoperta delle origini dell’universo e delle più avveniristiche tecnologie utilizzate per indagarne la struttura fondamentale.
I ragazzi e le ragazze dei licei scientifico Messedaglia e Galilei di Verona, Belfiore di Mantova per la Fisica, Tron di Schio per la Matematica, e dell’Istituto di istruzione superiore Calabrese Levi di Verona per l’Informatica, suddivisi in tre gruppi, hanno avuto la possibilità di visitare la mattina del 27 settembre, accompagnati rispettivamente da un ingegnere, un informatico e un giovane matematico del Cern, alcune delle strutture che compongono questa vera e propria città della scienza, che il primo ottobre di quest’anno ha festeggiato i sett’anni di attività. Lavorano qui ogni giorno 3.000 persone tra ricercatori, tecnici, addetti alla sicurezza, amministrativi e vi sono connessi virtualmente, per la condivisione dei dati e della ricerca, circa 17.000 ricercatori e ricercatrici da ogni parte del mondo. Non è un caso che nel 1989 sia nato proprio qui, per l’esigenza di condividere dati e articoli, il World Wide Web, di cui ora tutti noi facciamo uso quotidianamente. Si tratta, quindi, di una vera e propria comunità di ricerca internazionale, un esempio di collaborazione e cooperazione, al di là delle divisioni tra Stati, che, in questi tempi di guerra, rappresenta una speranza per il bene comune.
Dopo aver pranzato alla mensa del Cern, un’occasione unica per incontrare come vicini di tavolo studiosi e studiose di ogni parte del mondo – anche giovanissimi, dal momento che il Cern ospita, con il Summer Students Programme e gli Openlab, studenti universitari che hanno la possibilità per i mesi estivi di studiare ed essere coinvolti attivamente negli esperimenti – il pomeriggio è stato dedicato alla visita del Cern Science Gateway (CSG), la nuovissima struttura architettonica di 8.000 mq progettata da Renzo Piano ed inaugurata nell’ottobre del 2023. Fortissimamente voluto dalla direttrice del Cern, la fisica italiana Fabiola Gianotti, il CSG rappresenta uno spazio di divulgazione scientifica e culturale unico al mondo, una porta aperta alla comunità, in un’ottica di Public engagement, per avvicinare le persone, i più giovani in particolare, al mondo della scienza. A differenza dei musei scientifici più tradizionali il CSG punta, infatti, sul coinvolgimento interattivo del visitatore. Ragazzi e ragazzi si sono divertiti a riprodurre, attraverso gli esperimenti proposti, il funzionamento delle complesse strutture tecnologiche visitate la mattina, hanno avuto modo di conoscere virtualmente, attraverso dispositivi visivi a grandezza naturale, giovani ricercatrici e ricercatori e gli studi che stanno conducendo, che hanno anche significative ricadute sulla nostra vita, dalla diagnostica per immagini utilizzata in medicina alle telecomunicazioni.
Moltissimo rimane ancora da conoscere e questo viaggio ha dato la possibilità ai e alle giovani partecipanti di immaginare seriamente di poter contribuire a nuove scoperte.