“Tu chiamali, se vuoi, Graphic Novel”, la tre giorni dedicata alla storia del fumetto a tutto tondo, è stata ufficialmente inaugurata giovedì 21 novembre, al polo universitario Santa Marta. La rassegna è organizzata e curata da Simona Brunetti, presidentessa del collegio didattico di Scienze della comunicazione, Andrea Cominetti, dottorando Univr in Discipline dello spettacolo e giornalista professionista, Claudio Gallo, docente di Storia del fumetto all’università di Verona e Andrea Tenca, dottorando in Scienze archeologiche, storico-artistiche e storiche in ateneo.
Tanti i fumettisti presenti, come Gabriele Ba, Roberto Bonadimani, Mauro Marchesi, Enrico Martini Nebbioso, Manfredo Occhionero, Riccardo Pagliarini, Francesco Testi, Alberto Corradi.
Il fumetto è nato alla fine dell’Ottocento come medium comunicativo in concomitanza con il cinema. Cresciuto gradualmente, ha incontrato generazione e generazione di lettori che si sono appassionati alle storie raccontate attraverso piccole nuvole parlanti.
Nato come prodotto culturale comico, poi avventuroso, d’azione e, infine, sfociato nella graphic novel: la sua fase della maturità e di completezza di linguaggio. Il fumetto-grapich novel dialoga, ispira ed è ispirato dal cinema, le serie televisive, il teatro, la letteratura, la musica e perciò si è guadagnato a tutti gli effetti l’etichetta di medium transmediale.
Claudio Gallo, docente Univr di Storia del fumetto, ha aperto i lavori disegnando alla platea il contesto attuale nel quale si sono poi inseriti gli interventi dei fumettisti veronesi ospiti all’incontro; tra gli altri, infatti, lo scopo del seminario è stato proprio quello di indagare sull’attuale situazione italiana del fumetto ed in particolar modo della graphic novel.
“Il fumetto è stato considerato dall’accademia, e in parte dalla scuola, come mai al pari degli altri linguaggi culturali contemporanei, della musica e della letteratura. Si è sempre pensato che la parola ha il primato su tutte le arti”, ha spiegato Gallo, “ma ultimamente il fumetto è rientrato nelle librerie, sono nate case editrici nuove e quelle grandi hanno avviato collane come graphic novel. Le occasioni come quella di oggi sono importanti proprio per restituire attenzione a questo ambito non sempre considerato adeguatamente”.
Il comune denominatore emerso dalle testimonianze degli ospiti che si sono avvicendati al microfono è che in Italia il fumetto gode di un’incerta salute, nonostante ci si possa vantare di esperte ed abili mani: una sorte, quella del fumetto, comune a quella delle arti figurative e delle arti in generale.
“Il fatto che l’università si stia interessando a questi temi è molto importante, perché in Italia i grandi artisti ci sono e ci sono sempre stati”, ha concluso Claudio Gallo. “Importante una riflessione su come il fumetto può funzionare e farsi conoscere nel contesto della città di Verona”.