Negli anni, il dibattito sul tema del verde urbano si è progressivamente arricchito, grazie anche a un proficuo confronto interdisciplinare tra diversi saperi, arrivando a toccare molteplici sfere del vivere bene in città sempre più green, resilienti, e salubri.
Anche gli interventi in questo ambito registrano un interessante fermento, delineando alcune nuove tendenze: le azioni intraprese non si limitano alla semplice messa a dimora di alberi nei (pochi) spazi lasciati liberi, ma mirano a rispondere, attraverso l’approccio noto come Nature-based Solutions, a specifici bisogni della comunità e dei territori. In questo contesto si inserisce il progetto, finanziato con bando Prin 2022, Urban Greening for Pervasive and Resilient Proximity, promosso dall’ateneo scaligero. Ne abbiamo parlato con Veronica Polin, docente del dipartimento di Scienze economiche.
Quali sono gli obiettivi del progetto PRIN 2022 “Urban Greening for Pervasive and Resilient Proximity”?
Il progetto PRIN 2022 “Urban Greening for Pervasive and Resilient Proximity”, che vede la partecipazione di tre atenei italiani (università di Verona, università di Genova e università di Firenze), si propone, attraverso una chiave di lettura e di studio interdisciplinare, di individuare e selezionare, sulla base di specifici criteri valutativi condivisi dai gruppi di ricerca, spazi pubblici urbani in diverse aree della città. Tali spazi – comprendenti aree verdi esistenti da riqualificare, spazi degradati e/o inutilizzati da trasformare – saranno ripensati in un sistema di spazi verdi di prossimità e di spazi aperti, funzionali al benessere delle cittadine e dei cittadini e alla creazione di reti ecologiche mediante innovative proposte progettuali di architettura del paesaggio. Definire, attraverso una prospettiva collaborativa, innovativa e interdisciplinare, interventi di architettura del paesaggio su diverse scale che identificano nel verde urbano un utile strumento di governance delle principali sfide che le città contemporanee si trovano ad affrontare, quali l’effetto isola di calore urbana, l’inquinamento atmosferico e acustico, le condizioni meteorologiche estreme e la riduzione della biodiversità rappresenta il plus scientifico di questo progetto PRIN.
Quali sono le attività che verranno messe in campo?
Le competenze in materia di Architettura del paesaggio dei docenti delle università di Genova e Firenze saranno integrate da quelle informatiche, economiche e mediche dell’università di Verona. Il gruppo di ricerca veronese è composto, oltre che da me, da Davide Quaglia del dipartimento di Informatica, responsabile scientifico locale, da Stefano Tardivo e Lucia Cazzoletti del dipartimento di Diagnostica e Sanità pubblica. Il contribuito del team di ricerca veronese si concentrerà sullo sviluppo di un articolato sistema per la valutazione delle proposte progettuali, individuando e creando indicatori locali basati su dati granulari di ambito medico, ambientale e socioeconomico. Questo approccio consentirà di stimare l’impatto delle diverse caratteristiche dei progetti di verde di quartiere sul benessere multidimensionale delle persone e del territorio. Il sistema di indicatori sarà applicato a specifiche aree pilota e integrato in un supporto software. Un elemento chiave sarà inoltre la realizzazione di una piattaforma web per il green engagement di cittadini e policy maker locali, che fungerà da spazio digitale di dialogo e confronto. Questa piattaforma avrà lo scopo di supportare la realizzazione delle sperimentazioni progettuali proposte nell’ambito del PRIN. Il 14 febbraio 2025 è previsto un importante convegno del progetto PRIN all’università di Verona, dal titolo “Il benessere verde nelle nostre città. Alla ricerca di dati, bisogni e sperimentazioni progettuali”. Durante l’evento, esperti provenienti da diversi ambiti faranno il punto sui molteplici aspetti legati alla misurazione e alla valutazione dei benefici del verde di prossimità. Sarà anche l’occasione per dare visibilità ai progetti pervenuti attraverso la Call “Progetti innovativi per trasformare le nostre città valorizzando il verde di prossimità: a che punto siamo?”, recentemente lanciata dall’Università di Verona per raccogliere informazioni su microprogetti di Nature-based Solution già realizzati in Italia.
Cosa significa approccio Nature based solutions?
Le “Nature-based Solutions”, in italiano “soluzioni basate sulla natura”, consistono in interventi economicamente sostenibili, ispirati e supportati dalla natura, realizzati in ambito urbano, rurale e marino. Questi interventi mirano a tutelare il benessere delle comunità, ottimizzare i servizi ecosistemici offerti dalle infrastrutture verdi, salvaguardare la biodiversità e contribuire alla mitigazione dei rischi ambientali. Esempi di queste soluzioni includono tetti e pareti verdi, rain garden, sistemi alternativi per la gestione delle acque piovane e pratiche di agricoltura urbana. Sebbene queste esperienze progettuali si stiano diffondendo in alcuni comuni italiani, con il sostengo anche dell’Unione Europea, la conoscenza della loro applicazione e delle loro caratteristiche risulta ancora frammentaria e poco accessibile al grande pubblico. Nel contesto del progetto PRIN, saranno create occasioni per divulgare le potenzialità di questo approccio, favorendo una maggiore consapevolezza e comprensione.
Elisa Innocenti