Un gruppo di ricerca dell’università di Verona ha identificato due nuovi precursori dei granulociti neutrofili, globuli bianchi fondamentali per il sistema immunitario. Si tratta di una importante scoperta scientifica che potrebbe aprire nuove strade per la comprensione e il trattamento di alcuni tumori del sangue, come le leucemie mieloidi.
I risultati dello studio, condotto dal gruppo di ricerca guidato da Marco Antonio Cassatella, docente di Patologia generale e responsabile dell’Istituto di Patologia generale del dipartimento di Medicina dell’Università di Verona, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica del gruppo Nature, Cellular and Molecular Immunology (link all’articolo).
Grazie a questa ricerca, si ampliano così le conoscenze sulla neutropoiesi, il processo di formazione dei neutrofili, e si offrono nuove prospettive sui meccanismi alla base dello sviluppo della leucemia mieloide cronica.
I ricercatori hanno infatti individuato due nuove cellule progenitrici dei neutrofili, NCP5 e NCP6, che rappresentano fasi più immature rispetto ai precursori già noti.
“Inoltre, analizzando campioni di midollo osseo di pazienti affetti da leucemia mieloide cronica”, spiega Cassatella, “abbiamo riscontrato un aumento significativo di alcuni di questi progenitori, il che potrebbe indicare un loro coinvolgimento nello sviluppo della patologia”.
Negli ultimi anni il gruppo di Cassatella ha lavorato per chiarire i meccanismi della neutropoiesi, individuando nel 2022 quattro precursori molto immaturi dei neutrofili chiamati NCP1-NCP4, come si può leggere in questo articolo pubblicato su Univrmagazine). Con la scoperta di NCP5 e NCP6, il quadro della maturazione dei neutrofili risulta ora più completo.
“Fino a oggi erano stati identificati precursori molto immaturi di altre cellule del sangue, come i monociti e le cellule dendritiche, ma non dei neutrofili”, sottolinea Federica Calzetti, coautrice dell’articolo. “Questa scoperta colma finalmente una lacuna nella comprensione della mielopoiesi e permetterà di esplorare nuove strategie terapeutiche”.
La ricerca è stata condotta grazie al sostegno della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e del ministero dell’Università e della ricerca. Hanno contribuito allo studio, nel gruppo di Cassatella, Ilaria Signoretto, Giulia Finotti, Camillo Balanzin, Francisco Bianchetto-Aguileira e Nicola Tamassia, Sara Gasperini e Elisa Gardiman, con la collaborazione di altri ricercatori sia di Univr sia delle università di Brescia e Novara.
Sara Mauroner