La salute mentale è un diritto e un bene collettivo, e ogni investimento in questo ambito è un investimento in comunità più forti, inclusive e capaci di prendersi cura dei propri cittadini. È questo il messaggio, condiviso, che è emerso giovedì 10 aprile a Palazzo Barbieri in occasione del primo consiglio comunale aperto di Verona dedicato alla salute mentale. Una iniziativa voluta dall’amministrazione comunale per riportare al centro del dibattito pubblico una questione che troppo spesso resta relegata all’ambito sanitario, ma che in realtà investe la qualità della vita delle persone, i legami sociali, l’organizzazione degli spazi urbani e le politiche di inclusione.
L’incontro, aperto dall’assessora alla Salute Elisa La Paglia, ha visto alternarsi interventi di alto profilo, con l’obiettivo di restituire un quadro chiaro ma anche propositivo su uno dei temi più delicati del nostro tempo. Sono intervenuti Annamaria Molino, consigliera comunale e referente ufficiale del progetto Rete italiana città sane – Oms; Corrado Barbui, direttore del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento Univr e della Clinica psichiatrica dell’Aoui, di Giuseppe Imperadore, direttore del dipartimento di Salute mentale dell’Ulss 9 Scaligera; di Michele Orlando, responsabile del Centro adolescenza e famiglia dell’ospedale Santa Giuliana, struttura accreditata e convenzionata con il Servizio sanitario nazionale e Centro di riferimento regionale per gli adolescenti; e infine di Francesca Garzari, psicologa e psicoterapeuta della Rete Sppe (Supporto psicologico pedagogico ed educativo).
“La seduta pomeridiana del Consiglio Comunale ha enfatizzato l’impegno a promuovere il benessere psicologico come parte fondamentale della salute di ogni persona – ha commentato – Lo slogan “non c’è salute senza salute mentale” coglie proprio questo aspetto, ossia che la salute mentale riguarda tutti noi. D’altro canto, il fatto che una persona ogni otto soffra di un disturbo mentale significa che ciascuno di noi, direttamente o indirettamente, prima o poi entrerà in contatto con questo tipo di problemi. È tempo di superare stigma, solitudine e silenzi. Investire nella salute mentale significa investire in comunità più forti, inclusive e solidali. Come operatori della salute mentale invitiamo le istituzioni, i media e la società civile ad unirsi in azioni condivise di promozione della salute mentale quali, per esempio, il contrasto alla emarginazione sociale e relazionale, il sostegno alle minoranze economiche, culturali, religiose, e la promozione di stili di vita sani. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato infatti che queste azioni hanno un impatto positivo sulla salute mentale della popolazione”.
SM