Da oggi l’Università apre una nuova finestra di dialogo con il pubblico: Univr.magazine, la nostra informazione online. A tutti gli effetti un vero giornale cui saranno affidate le notizie del mondo universitario ed approfondimenti culturali che aiutino a leggere l’attualità con la lente della conoscenza.
Nel corso dell’incontro di Lisbona della primavera del 2000, le nazioni europee convennero sul fatto che l’elemento primario che crea valore nella attuale economia globalizzata è il “know how”. Oggi il processo di creazione del valore consiste sostanzialmente nell’aggiungere conoscenza alla conoscenza già esistente. L’immediata conseguenza di questa considerazione fu il riconoscimento da parte degli Stati Membri, partecipanti al convegno, del fatto che la conoscenza stava diventando di per sé un’importante fonte di ricchezza. In sostanza, ebbe inizio la rivalutazione del ruolo essenziale del capitale intellettuale sul valore primario della mano d’opera. Questa fu la fondamentale premessa agli accordi sull’ammodernamento delle Università e, in particolar modo, dell’utilizzo della formazione superiore per mettere a disposizione di una economia competitiva competenze sempre più garantite.
Conseguenza immediata di tutto ciò è il ruolo diverso che immediatamente viene riconosciuto alla ricerca ed alla formazione superiore, prodotti specifici delle Università, le quali acquisiscono il ruolo ed una “missione” ulteriore, che è quella di essere un volano del processo di innovazione-ricerca-competizione, sul quale si gioca la moderna partita dell’economia globale. Cambia radicalmente la collocazione delle università rispetto al territorio ed alla società: le Università non sono più delle isole di scienza autonoma, non sono più delle cittadelle che autodeterminano i propri ambiti di ricerca e formazione, ma sono dei veri e propri strumenti attraverso i quali la società realizza i propri scopi di produzione di capitale intellettuale. Ciò che caratterizza l'inizio di questo secolo è la valenza assunta dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione come supporto e fattore abilitante per lo sviluppo sia dei prodotti e dei servizi che delle relazioni tra entità economiche e sociali, siano queste esseri umani o imprese.
Contestualmente, si è preso coscienza dell’irrinunciabile necessità che anche all’interno delle Università, in sintonia con quanto in corso di realizzazione nell’ambito delle Pubbliche Amministrazioni, si procedesse all’istituzionalizzazione delle attività di comunicazione. Questo processo ha riguardato cambiamenti inerenti la semplificazione, la trasparenza, l’organizzazione interna, nonché la promozione della loro immagine attraverso l’introduzione di nuovi strumenti come la pubblicità.
Certamente, la trasformazione dell’Università da istituzione culturale a impresa della conoscenza richiede la adozione di logiche gestionali di tipo economico-aziendale. Per far fronte alle trasformazioni sociali ed economiche, l’Università inizia a preoccuparsi della propria visibilità e a cercare relazioni con l’esterno. Per rispondere alle nuove esigenze, in primis degli studenti, l’Università sta imparando a comunicare la propria identità distintiva e ad attrezzarsi sul piano della pianificazione strategica di marketing. Da qui la progressiva presa di coscienza della necessità della organizzazione su livelli di competenza professionale della comunicazione e di un marketing specificatamente universitario. Naturalmente, la specificità di natura prevalentemente intellettuale delle attività e del “prodotto” universitario richiedono percorsi e strumenti del tutto peculiari e coerenti con la sua identità.
Riteniamo sia tempo anche per il nostro Ateneo di dotarsi di uno strumento di comunicazione solido ed articolato, che gestisca in modo attivo il coinvolgimento del pubblico, oltre che degli addetti ai lavori e degli utenti, dando voce alla nostra identità.
E’ una strada che sentiamo di dover percorrere per realizzare il definitivo abbattimento delle mura fortificate della tradizionale “cittadella” universitaria.