Eutanasia, fecondazione assistita, diagnosi preimpianto, eugenetica, sperimentazione, consenso informato. Tematiche etiche, spesso anche al centro del dibattito politico. L'applicazione del progresso scientifico all'essere umano ha fatto dello studio della bioetica una necessità e ha portato alla nascita di una nuova disciplina, la biogiuridica. Su questa materia si terrà un convegno martedì 6 ottobre nell’aula Trabucchi della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Verona.
“Le attuali sfide della biogiuridica”, è la tematica che verrà affrontata, a partire dalle 10.30, con relazioni di grande spessore scientifico. Sui “valori e diritti ai confini della vita” parlerà Laura Palazzani, docente di Filosofia del Diritto alla Lumsa di Roma e vicepresidente del comitato nazionale per la Bioetica mentre Francesca Zanuso, docente dell’ateneo veronese, interverrà con un tema “l’indisponibile filo delle Parche” che ricorda l’antico mito secondo il quale il filo della vita umana è tessuto, misurato, e reciso nell’antro delle Parche, il luogo dove persino Zeus, re dell’Olimpo, non aveva alcun potere.
Il volume. Proprio la professoressa Zanuso è autrice di un volume, presentato durante il convegno, dal titolo “Il filo delle Parche, opinioni comuni e valori condivisi nel dibattito biogiuridico”. La società, infatti, perplessa di fronte all'applicazione del progresso scientifico e alle conseguenze che ne possono derivare per l'individuo e per tutto il genere umano, rivolge agli scienziati, ai filosofi e ai giuristi alcune domande: “Tutto ciò che è possibile scientificamente, lo è anche da un punto di vista dell'etica e del diritto? I progressi scientifici potranno essere anche progressi per l'uomo? L'uomo potrà essere ancora più umano?”. Si rende così evidente la necessità di stabilire degli orientamenti e delle linee guida al fine di garantire il rispetto, in ogni momento, della dignità umana e dei diritti della persona.