Tutto ciò che è possibile dal punto di vista scientifico e tecnologico lo è anche sotto il profilo etico? È questa una delle molte domande sulle quali si sono confrontati docenti ed esperti di bioetica e biogiuridica durante il convegno “Le attuali sfide della biogiuridica” alla Facoltà di Giurisprudenza.
L'appuntamento è stato l'occasione per presentare il volume“Il filo delle Parche” edito da Franco Angeli e curato da Francesca Zanuso, docente di Filosofia del diritto dell'ateneo. Nel corso del convegno alcuni degli autori del libro hanno affrontato delicate tematiche al centro ogni giorno del dibattito politico italiano: eutanasia, fecondazione assistita, diagnosi preimpianto, eugenetica, sperimentazione, donazione degli organi e consenso informato.
Il contributo di Laura Palazzani. Al convegno è intervenuta anche Laura Palazzani, vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica. “Nuove frontiere chiamano nuove domande. – ha sottolineato – Oggi viviamo tutti in una pluralità di valori, di etiche, alle quali corrisponde però un'univocità di norme. Se i valori sono soggettivi come può il diritto stabilire norme comuni? Se da un lato il diritto potrebbe lasciare un vuoto, ritirandosi, non pronunciandosi sui temi della vita, dall'altro altri sostengono che esso debba intervenire ma in modo neutrale. La matrice comune di questi due orientamenti è quella di vedere l'esistenza come fatto biologico e tentare dunque di definire un diritto sulla vita. Il diritto per la vita guarda all'esistenza come qualcosa in più della somma delle singole parti biologiche; è in questo scenario che questo diritto non è più solo un prodotto della volontà di chi decide ma diventa un riconoscimento del limite, poiché non è completamente neutrale all'etica ma non si deve riconoscere totalmente in essa.”
Un convegno fatto di domande dunque, che non ha cercato una sola risposta e non ha nemmeno avuto la presunzione di offrire l'unica interpretazione, ma vede nel dibattito e nella riflessione un passo avanti verso questa ricerca.