Carlo Combi è direttore del dipartimento di Informatica dell’ateneo; nato nel 1962, nel 1987 si è laureato in Ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, dove ha conseguito anche il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria biomedica. Tra gli ambiti di ricerca quello sull’intelligenza artificiale applicata alla medicina.
Professor Combi che cosa si intende per intelligenza artificiale applicata alla medicina?
Si tratta di una serie di studi di ricerche e tecniche orientate allo sviluppo e alla progettazione di sistemi in grado di supportare il medico nelle sue attività decisionali come la diagnosi, la terapia e la prognosi, tutte quelle attività che permettono di stabilire come curare un paziente dopo aver individuato la patologia di cui è affetto.
In che modo tali sistemi supportano il medico?
Innanzitutto permettono al medico di osservare grandi quantità di dati, di fare confronti fra i dati del paziente e i dati acquisiti su altri; attraverso ulteriori tecniche, tali sistemi sono in grado di offrire nuove informazioni sul paziente.
Fino al qualche tempo fa si credeva che l’intelligenza artificiale potesse sostituire quella umana in certi compiti. Queste tecniche dimostrano che non è così.
Certo. Questi strumenti aiutano lo specialista, lo supportano nel suo ragionamento, ma non si possono in nessun caso sostituire al medico che ha competenze sullo specifico paziente ed è in grado di mettere a frutto tutta la sua esperienza.
In che senso dunque queste macchine sono intelligenti?
In parte realizzano dei meccanismi di ragionamento dell’essere umano. Una tipica capacità di ragionamento è quella di derivare nuove informazioni da informazioni di base. Oppure, dato un certo numero di informazioni sparse, come ad esempio tutti i valori rilevanti la pressione arteriosa del paziente, essi permettono di ricavare una nuova informazione che riguarda l’andamento di crescita o decrescita di tale parametro. Questi sono i classici modi in cui i sistemi aiutano il medico ad avere una visione ad un alto livello più sintetica, permettendogli di effettuare un ragionamento e di supportare decisioni in modo più approfondito.
Può fornirci un esempio pratico di tali applicazioni?
Un esempio è quello che viene da un’applicazione che abbiamo progettato e studiato, relativa alla gestione dei dati dei pazienti diabetici adolescenti. Abbiamo scelto i pazienti adolescenti perché particolarmente sensibili e portati all’uso del web. L’idea è stata quella di progettare un sistema basato sull’uso dei blog, sistemi web che permettono a tanti utenti di interagire e scambiarsi informazioni; è possibile così supportare l’interazione dei pazienti tra loro in modo da superare l’effetto di isolamento derivante dalla loro condizione, ma soprattutto permettere ai giovani pazienti di interagire a distanza con il medico che può vedere attraverso il web le misure della glicemia che il paziente adolescente autonomamente esegue e inserisce online. Attraverso la rete il medico può avere così una visione complessiva dei singoli casi e dare consigli ai pazienti su come continuare nella terapia.
Inoltre questo sistema realizza delle regole per proporre in modo automatico le quantità di insulina che il paziente deve assumere nei giorni successivi. Non si tratta di un sistema totalmente automatico: esso è guidato dal medico. Le terapie proposte dal sistema sono, infatti, elaborate in base a una serie di regole che il medico inserisce e che deve confermare di volta in volta.
Quali sono le figure professionali che si occupano della creazione di sistemi di intelligenza artificiale per la medicina?
Le competenze richieste derivano prevalentemente da due ambiti di studio. Da una parte, ci sono persone con competenze provenienti dagli studi scientifici quali matematica, informatica, fisica oppure studi di tipo ingegneristico, tipicamente ingegneria biomedica e ingegneria informatica, che nel corso degli anni attraverso gli studi di dottorato e ulteriori studi nel corso delle varie ricerche si specializzano nell’ambito biomedico con competenze specifiche su alcuni settori e più in generale sulle esigenze del mondo clinico rispetto a questi temi. Dall’altra parte, ci sono persone che hanno una preparazione fornita dagli studi medico-biologici che affinano le loro competenze rispetto a quanto la tecnologia informatica può offrire loro.
Inoltre, queste figure professionali spesso interagiscono in team in cui sono affiancati da soggetti con competenze complementari che permettono di dare valore aggiunto a quanto viene progettato e realizzato.