Remo Bodei, docente di storia della filosofia all’università della California, ha parlato di “Grecia Antica: coscienza e introspezione dal mito alla tragedia” in occasione di “Infinitamente”, il festival di Scienze e arti promosso dall’Università in collaborazione con l’assessorato alla Cultura e al consorzio Verona Tuttintorno.
“Il mito è uno strumento che ha promosso il passaggio da una visione dell’uomo ‘prismatica’ ad una a tutto tondo – ha spiegato Guido Avezzù, preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo scaligero che ha invitato Bodei al Festival – grazie ad esso alla fine del V secolo a.C. si approda ad una configurazione della coscienza come globalità percettiva e reattiva.”
“Nel mondo greco e in quello latino -ha detto Bodei- la coscienza non perde la sua dimensione collettiva: si tratta di un sapere condiviso con altri, che esclude chi non fa parte di un determinato gruppo. Sebbene sia falsa la tesi, a lungo sostenuta, che l’idea di coscienza sorga soltanto con il Cristianesimo, è indubbio che con lo sviluppo del Cristianesimo si assiste a una svolta. Già Hegel aveva visto nella solitaria angoscia di Cristo nel Getsemani, quando i discepoli si addormentano, la fine della comunità antica e il sorgere della soggettività moderna. La pratica della confessione fa entrare ciascuno nelle pieghe del proprio animo per esprimersi a parole dinanzi ad un Dio onnisciente. Senza contare poi l’accento che la filosofia moderna e contemporanea ha posto sull’autocoscienza, il sapere di un soggetto che riflette su di sé come proprio oggetto.”
Bodei ha spiegato come l’odierna concezione di coscienza abbia radici nel passato “Dal ‘demone’ di Socrate sino all’affermazione di Menandro che ‘per tutti i mortali la coscienza è un dio’, il richiamo all’osservanza delle leggi non è mai venuto meno nella nostra civiltà. Se si legge “Il libro egiziano dei morti”, scritto circa quattromilacinquecento anni fa, si vede che molti valori etici fondamentali non sono cambiati. L’esperienza – ha concluso Bodei parlando dell’utilità di preservare la memoria del passato – non è altro che il passato significativo che si sedimenta in noi ed orienta il presente e il futuro.”