In occasione del festival di Infinita…mente si sono svolte due tavole rotonde: “Lo scrigno delle sensazioni. Dove nascono sentimenti ed emozioni” in cui hanno esposto i risultati dei loro studi Pietro Pietrini, ordinario all’Università di Pisa e Salvatore Maria Agliotti, ordinario all’Università La Sapienza di Roma e “Il sonno, la veglia e il sogno. La coscienza onirica” a cui hanno preso parte Luigi De Gennaro, docente a La Sapienza, e Carlo Alberto Tassinari, ordinario all’Università di Bologna.
Le emozioni. “Le emozioni sono anzitutto un sistema di bioregolazione” ha spiegato Pietrini mostrando le immagini dei volti terrorizzati dei cittadini in fuga durante gli attacchi terroristici dell’11 settembre. La percezione di espressioni di paura attiva l’amigdala, una parte del cervello che ci mette in una situazione di allarme anche senza che vi sia una percezione cosciente del pericolo. Si parla infatti di “istinto del terrore”. Il compito delle emozioni sarebbe dunque quello di attivare l’attenzione su ciò che è rilevante per la nostra sopravvivenza. “Per quanto riguarda il tipo di emozione che si prova quando si percepisce il dolore altrui le neuroscienze si chiedono se sia possibile condividere empaticamente il dolore di un’altra persona” ha chiarito Agliotti. L’esperimento ‘The Ultimatum Game’ ci dice che sì, ciò è possibile, ma la ‘condivisione’ è diversa se a soffrire è un soggetto del nostro stesso gruppo etnico." “Noi non siamo razzisti ma la nostra amigdala sì” ha scherzato Aglioti.
Il sonno. De Gennaro ha illustrato i risultati di un esperimento in cui sono state isolate 40 coppie di gemelli, 20 omozigoti e 20 dizigoti, i cosiddetti gemelli-fratelli con un corredo genetico diverso. Sono state analizzate le loro frequenze cerebrali durante il sonno e in regime di deprivazione dal sonno. Il periodo di studio delle coppie è stato di dieci giorni. “I risultati fanno pensare che in futuro sarà possibile identificare i geni legati a specifiche tendenze stabili nei comportamenti legati al sonno” ha dichiarato lo studioso. Questo perché si è visto che i gemelli omozigoti hanno una curva analoga nella frequenza cerebrale, mentre i dizigoti presentano curve diverse. Se, come si ritiene, vi fossero dei geni responsabili del modo in cui dormiamo, sarebbe possibile trovare delle cure per i disturbi del sonno.
Le patologie del sonno. “Mentre dormiamo, una parte del nostro cervello che si è resa conto di quanto è accaduto durante la veglia, dormirà in modo adeguato a permetterci di immagazzinare le informazioni acquisite”. Con queste parole Tassinari ha introdotto quella che è nota come "sindrome di Penelope". Questa patologia porta i soggetti ad un progressivo declino per cui le informazioni acquisite negli anni si perdono e quelle nuove non vengono registrate – come dovrebbe accadere – durante il sonno. Un individuo affetto da questa malattia impara durante la veglia e disimpara, così come Penelope disfaceva la tela, durante la notte a causa di un’abnorme attività cerebrale che "piccona" il cervello e porta ad afasia acquisita, a dispraxie, all’autismo e a difetti cognitivi. Una patologia meno grave ma assai più comune è il sonnambulismo. Tassinari in chiusura del suo intervento ci regala un aneddoto: “Un uomo una notte si è alzato, vestito, ha preso l’auto e guidato per 20 chilometri, infine ha preso una pistola e ucciso un conoscente. Il giudice non l’ha condannato per omicidio perché affetto da sonnambulismo”.