Verona in prima linea nella ricerca sulle problematiche del movimento nei bambini e adolescenti affetti da Paralisi Cerebrale Infantile.
I frutti della collaborazione. Lo studio, finanziato dalla Fondazione Cariverona, è stato condotto sotto la responsabilità di Guido Fumagalli, docente di Farmacologia all’ateneo scaligero, che ha presentato l’iniziativa. “La ricerca – ha dichiarato – è il frutto di un’intensa sinergia le università di Verona e Roma e il Centro di Ricerca del Centro Polifunzionale don Calabria. In particolare, per il nostro ateneo sono stati coinvolti la facoltà di Scienze Motorie , il dipartimento di Scienze Neurologiche e della Visione sotto il coordinamento di Antonio Fiaschi e il dipartimento di Informatica. E’ grazie a quest’ultimo che è stato possibile sperimentare un approccio innovativo di rieducazione sui pazienti affetti da Paralisi Cerebrale Infantile (Pci) tramite l’uso di macchine robotiche”. Fumagalli ha in ultimo citato l’apporto offerto dalla facoltà di Scienze Motorie nell’identificazione, tra i principali obiettivi della ricerca, di protocolli diagnostici e terapeutici.
Il progetto e le sue innovazioni. Nicola Smania, docente di Scienze Neurologiche e della Visione, ha presentato la ricerca. “Il progetto – ha dichiarato – è stato incentrato sullo studio dei disturbi di deambulazione che, più di altri, condizionano la vita quotidiana e di relazione. Comprendere le modalità di funzionamento della deambulazione ‘corretta’ ci ha permesso di capire come funziona nelle malattie. Capire significa superare gli ostacoli”. E questo progetto ha saputo dimostrarlo. Ha proseguito Smania: “Gli studi hanno dimostrato che per apprendere un movimento è necessario ripeterlo più volte. Per questo è stata realizzata la ‘robotic gait trainer teraphy’ che consiste nell’uso di una macchina robotica – il ‘gait trainer’ appunto – che riprende l’andamento delle gambe e accompagna la persona nella ‘camminata’”. Ma la grande innovazione del progetto veronese è consistita nell’applicazione della macchina su bambini e adolescenti. “Questa applicazione – ha proseguito Smania – ha permesso una maggior velocità di movimento e resistenza di deambulazione, da 2 fino a 15/20 minuti”. Il progetto ha consentito l’esame di 51 bambini di cui 30 hanno potuto beneficiare delle cure ‘innovative’.
L’intervento di Cosentino. Anche Alessandro Cosentino, fisiatra del Centro don Calabria, ha parlato di innovazione e ha sottolineato che si tratta del “primo studio mondiale sui bambini. Fino a questo momento la ricerca si era concentrata sugli adulti affetti da ictus cerebrale. I bambini trattati – ha dichiarato – sono affetti da una forma diplegica di paralisi e hanno dai 6 ai 18 anni”. Cosentino ha in ultimo parlato di uno strumento, il Walker, che riassume insieme le peculiarità del deambulatore e delle fasce rigide e che permette di riprodurre le caratteristiche della camminata anche fuori dal centro.