Se ci si interroga sul rapporto tra gli italiani e la lettura i sondaggi non danno di certo notizie positive. Ma cosa ne pensa uno dei nostri docenti? Agostino Contò è professore a contratto di Storia del Libro e a lui sono state poste queste domande.
Può farci una fotografia del libro nel terzo millennio?
“Dobbiamo demistificare la nostra idea di libro, che è solo uno dei mezzi di comunicazione. Il nostro millennio non ha cambiato nulla nel libro, che è rimasto tale e quale in quanto supporto di trasmissione di un messaggio. Quello che è cambiato è il contesto generale, che insieme al libro ha messo a disposizione degli utenti finali del messaggio molteplici modalità di trasmissione, sia del messaggio scritto, che viene veicolato, ad esempio, anche attraverso il video del personal computer o attraverso il video di un palmare o di un e-book, che del messaggio visivo – cinema, televisione, fotografia – che del messaggio sonoro – telefono, radio, ecc. Si tratta di una situazione in cui, paradossalmente, la perdita del monopolio della diffusione del pensiero umano e della storia della civiltà, fa sì che vengano valorizzati alcuni aspetti 'formali', assolutamente specifici del libro stesso: le modalità di realizzazione, i materiali con i quali è confezionato, il carattere con cui sono scritti i testi, le decorazioni, il supporto; e quindi vengono magari favorite modalità di realizzazione che privilegiano il mercato del libro da collezione, le riproduzioni facsimilari di alta qualità, ecc.. Ma sono questioni che hanno a che fare non con i contenuti trasmessi ma con il mezzo di trasmissione, sono tutti elementi che gli studiosi definiscono come paratestuali”.
C’è veramente una crisi del libro?
“Non sembra, anche in ragione delle modificate – e più agevoli- tecnologie che permettono di produrre un libro in tempi più brevi e con costi molto più limitati. Oggi è possibile anche pubblicare libri in sole 10 copie, a richiesta, i cosiddetti book on demand”.
Può internet salvare il libro mettendo testi in vendita on line?
“Anche la rete è soltanto un'evoluzione che facilita la diffusione dell'informazione e permette di acquistare più agevolmente il libro. E' però solo uno dei canali di vendita. Ci ricordiamo le vendite per corrispondenza, i club del libro, eccetera?”.
Meglio parlare di crisi del libro o di crisi della lettura?
“I dati sulla bassissima percentuale di lettori – in Italia da sempre particolarmente divergenti rispetto ad altre realtà europee – dovrebbero tener conto non solo di chi legge i libri: c'è chi non acquista o legge libri, nemmeno romanzacci di altissima classifica, ma legge settimanali, quotidiani, e se non li compra legge comunque giornali gratuiti, i manifesti sui muri… Se poi la gente pare leggere di meno o comperare di meno ha una rilevanza forse solo per chi i libri li produce e li vende. La domanda giusta, ora, è: la gente utilizza i vari media per acquisire conoscenze ed informazioni? La gente 'legge', cioè decodifica i messaggi. Non sembra comunque che l'editoria di tipo 'tradizionale' risenta di una grande crisi, a giudicare dalla quantità di titoli nuovi e ristampe che ogni anno vengono proposti al mercato”.
Libro cartaceo o e-book: come scegliere e perché?
“Sono due tipologie differenti e complementari: un libro cartaceo si legge dovunque, anche in luoghi dove non c'è la possibilità di ricaricare le batterie, ed è meno costoso e delicato; l'e-book può contenere in sé molte migliaia di pagine e di testi, ma va alimentato, ha un video che può creare problemi di lettura, non esiste ancora uno standard vero per i formati dei testi e per ora non è sufficientemente commercializzato; inoltre l'e-book nelle forme più evolute permette anche di scaricare direttamente i titoli dalle librerie, funzione che presuppone un collegamento internet. Leggerei un romanzo solo su carta, ma userei l'e-book per ricoverare e avere facilmente sottomano dizionari, enciclopedie, repertori”.