Si può affermare che gli italiani, grazie a quanto le loro famiglie producono in casa, siano più ricchi di quel che normalmente si pensi? Andrea Ichino, economista dell’Università di Bologna ne è convinto: gli uomini e soprattutto le donne svolgono nelle nostre case più lavoro di quello fatto tra le mura domestiche di altri Paesi, ed è un lavoro che vale molto e non rientra nel calcolo del Pil. Andrea Ichino, autore insieme a Alberto Alesina della Harvard University, presenterà “L’Italia fatta in casa” lunedì 19 aprile alle 17.30 nell'aula T1 del Polo Zanotto. Introduce la discussione Nicola Sartor, docente di Scienza delle Finanze dell'ateneo .
Spaghetti dentro e fuori dal Pil. Quando cuciniamo gli spaghetti per la cena facciamo un lavoro il cui valore non viene incluso nel conteggio statistico del prodotto interno lordo. Se, invece di cucinare, andassimo a mangiare gli spaghetti fuori casa in un qualsiasi ristorante, il lavoro di chi li prepara e di chi ce li serve sarebbe conteggiato nel Pil. Lo stesso vale per la pulizia della casa e per tutti gli altri beni e servizi che la famiglia produce e che potrebbero essere acquistati nel mercato aumentando il Pil.
Quanto costa un’ora di lavoro in casa? Nel Belpaese l’entità della produzione familiare non rilevata dalle statistiche ufficiali è maggiore che altrove. Ichino e Alesina ripropongono in chiave economica una serie di quesiti sicuramente efficaci perché direttamente legati alla nostra quotidianità (dal salotto al tinello): Il nostro Paese, grazie a quanto le sue famiglie producono in casa, è più ricco di quel che normalmente si pensi? E se fosse vero che produciamo in casa più di quanto prodotto dai cittadini di altri Paesi, non dovremmo forse chiederci anche se questo abbia dei costi, ovvero se dare un ruolo così rilevante alla famiglia possa avere controindicazioni?
L’ingegnere e il lavapiatti tra Italia, Usa, Spagna e Norvegia. Se un ingegnere dedica un’ora a lavare i piatti invece che a lavorare per la sua azienda, il suo Paese perde il reddito che l’ingegnere avrebbe prodotto nel suo impiego regolare. Meglio sarebbe per il Paese, e forse per l’ingegnere stesso, se a lavare i piatti in casa fosse una persona che negli impieghi di mercato è dotata di una produttività inferiore a quella dell’ingegnere. Ossia è importante non solo quanto si produce in casa, ma anche chi produce.
Numeri e dati. Alesina ed Ichino confrontano la situazione dell’Italia con quella di altri Paesi: Usa, Spagna e Norvegia. Secondo le statistiche ufficiali, ogni italiano produce in media 42,6 euro al giorno, contro i 75,9 degli USA, gli 82,5 della Norvegia e il 43,3 della Spagna. Calcolando l’elevato ammontare di tempo dedicato dagli italiani al lavoro domestico, sia utilizzando il metodo del costo opportunità sia quello del costo di mercato, possiamo però dire che in Italia la produzione è molto più elevata rispetto a quella degli altri Paesi. I dati statistici utilizzati da Ichino e Alesina per l'analisi della situazione "famigliare" dell'Italia: Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (2002, 2004 Banca d'Italia).
L’incontro con Andrea Ichino si inserisce nell'ambito delle attività della Scuola di Dottorato di Economia dell'ateneo.