Vacanze vuol dire anche protezione. Una delle prime cose da fare quando si parte verso mete lontane ed esotiche è informarsi sulle vaccinazioni internazionali. A spiegarci tutto quello che c'è da fare è Giuseppe Cornaglia, associato di Microbiologia e Microbiologia clinica e presidente dell’Escmid (Società Europea di microbiologia clinica e malattie infettive) . Sul sito del Governo italiano è possibile selezionare il Paese di destinazione per vedere quali sono le vaccinazioni da fare.
Professor Cornaglia, come mai sempre più spesso di parla di ‘malattie da vacanza’?
I dati sulle ‘malattie da vacanza’ sono preoccupanti perché tutto indica un comportamento sempre più disinvolto dei turisti nei confronti delle aree a "rischio sanitario". Oggi, purtroppo, la fretta di partire, la mancanza di informazioni corrette sulle patologie esistenti negli altri emisferi (esistono siti ufficiali del Ministero della Salute e degli Esteri che ne fanno un elenco sempre aggiornato) aumentano il pericolo di ammalarsi. Sono i «regali» delle vacanze «mordi e fuggi», che hanno preso piede in questi ultimi anni di crisi economica.
Quali sono le mete più rischiose che richiedono più attenzione?
Il rischio per gli Europei di contrarre malattie infettive nelle zone tropicali è in larga misura non quantificabile, sebbene alcune aree geografiche siano associate ad una maggiore probabilità di contrarre specifiche infezioni (vedi mappe di seguito). I turisti fai da te e quelli che non si attengono alle raccomandazioni dietetiche sono a maggior rischio d’infezioni. Si calcola, comunque, che dal 30 al 50% dei viaggiatori che tornano in Europa dalle zone tropicali lamentino problemi di salute dopo il viaggio e che l’8% di essi sia costretto a consultare un medico mentre si trova all'estero o al ritorno a casa.
Quali sono le conseguenze più diffuse dopo un viaggio?
In un tipico viaggio di due settimane, un viaggiatore medio può perdere fino a tre giorni a causa di problemi di salute; in circa il 20% dei casi il problema persiste anche dopo il ritorno a casa, mentre il 10% di chi viaggia deve ricorrere a cure mediche sul posto. Gli 80 milioni di viaggiatori che ogni anno si recano in Africa, Asia, America Latina, isole del Pacifico e zone rurali dell'Europa dell'Est si trovano esposti ad un ampio ventaglio di patogeni che molto raramente avrebbero incontrato a casa propria. Il rischio dipende dal grado di endemia delle aree visitate, dalla durata del soggiorno, dai comportamenti individuali e dalle misure preventive adottate.
La diarrea del viaggiatore è il problema più frequente tra le persone che viaggiano visitando Paesi in cui le scarse condizioni igieniche rappresentano la norma e non l'eccezione. L’incidenza della diarrea del viaggiatore è del 25-90% durante le due settimane di soggiorno all'estero. I più importanti fattori predittivi per la diarrea del viaggiatore sono il fatto di viaggiare da soli o con amici, il Paese di destinazione, alloggiare in camera singola o in bed and breakfast, il tipo di pasti consumati (e soprattutto l’acqua bevuta). Bisogna sottolineare che la maggior parte delle diarree legate ai viaggi è autolimitante, ma in caso di diarrea persistente è necessario eseguire analisi parassitologiche delle feci, dal momento che alcuni parassiti (per esempio la Giardia) sono tra i patogeni intestinali più frequentemente responsabili.
Come avvengono questi guai durante le vacanze?
L'incidenza di infezioni è tanto maggiore quanto più breve è l'intervallo tra la prenotazione del viaggio e la partenza, mentre si abbassa nelle persone che hanno avuto il tempo di contattare il proprio medico per informarsi adeguatamente. Una migliore pianificazione della vacanza sembra ridurre il rischio di andare incontro a malattie durante o dopo il viaggio.
Come ci si deve comportare in caso di malattie post viaggio?
In caso di febbre nei viaggiatori di ritorno da zone tropicali, bisogna identificarne la causa ed escludere malaria, dengue o febbre gialla. Il fatto che solo il 35% di coloro che ritornano da aree di endemia malarica assumano una chemioprofilassi è sorprendente e potenzialmente assai pericoloso. I fattori più importanti nel determinare la sopravvivenza del parassita in caso di malaria sono la diagnosi precoce e il pronto intervento con una terapia adeguata. La comparsa di febbre in qualsiasi viaggiatore entro tre mesi dal ritorno da un soggiorno in aree di endemia malarica rappresenta un'emergenza sanitaria e dovrebbe essere approfondita con l'analisi di uno striscio di sangue per escludere la malaria; l’analisi dello striscio deve essere ripetuta almeno due volte in caso di esito negativo e persistenza dei sintomi. Le malattie sessualmente trasmesse si verificano frequentemente tra i turisti, dal momento che è stato segnalato come circa il 5% dei viaggiatori europei ha rapporti sessuali casuali, senza protezioni nel 50% dei casi. Durante i viaggi all'estero tendono ad aumentare la promiscuità e la casualità dei rapporti sessuali,quindi i viaggiatori internazionali (specialmente i maschi e gli uomini d’affari) hanno un rischio maggiore di essere esposti a malattie sessualmente trasmesse, compresa l'infezione Hiv (un gran numero di eterosessuali con una recente infezione da Hiv l’ha contratta all’estero). Uno studio inglese condotto su 12.110 uomini e donne di età compresa tra 16 e 44 anni ha evidenziato che il 13.9% dei maschi e il 7.1% delle donne riferiva di aver avuto nuovi partner sessuali nel corso di un viaggio fatto negli ultimi cinque anni. I soggetti di 16-24 anni di età che non sono mai stati sposati presentavano un rischio significativamente maggiore (23.0% per gli uomini e 17.0% per le donne). I viaggiatori dovrebbero avere una esatta percezione che il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmesse è elevato soprattutto nei Paesi poveri e in caso di rapporti sessuali con partner casuali o prostitute (la prevalenza nelle prostitute di infezioni da Hiv, sifilide, epatite B e gonorrea spesso supera il 50%). Il rischio di contrarre un'infezione da Hiv è maggiore in Africa, seguita dall’Asia meridionale È possibile prevenire queste malattie evitando rapporti sessuali durante i viaggi o adottando comportamenti sessuali sicuri, come l'utilizzo corretto del preservativo. Al ritorno a casa, i viaggiatori dovrebbero rivolgersi al servizio sanitario per eseguire uno screening per malattie sessualmente trasmesse ed HIV nel caso in cui ritengano di essere stati esposti a potenziali rapporti pericolosi durante il viaggio.
Ci sono specifiche procedure da seguire prima di partire per luoghi considerati rischiosi? Ci può indicare l’iter corretto?
Ci sono molte cose che possiamo fare per prevenire le infezioni da viaggio. Il rischio di sviluppare la diarrea del viaggiatore può essere ridotto mangiando solo cibi cotti e bevendo acqua minerale (che non deve arrivarci al tavolo già aperta!). L'utilizzo di repellenti come il dietiltoluamide (una sostanza che troviamo nella maggior parte dei repellenti antizanzara in commercio) e coprire le parti esposte con pantaloni e camicie a maniche lunghe, soprattutto dopo il crepuscolo, può ridurre il rischio di contrarre la malaria, ma anche la febbre gialla o la dengue ed altre malattie trasmesse dagli insetti. Se necessario bisogna sottoporsi ai richiami delle vaccinazioni di routine come quella contro il tetano e la poliomielite prima di partire. La vaccinazione per l'epatite A dovrebbe essere somministrata a tutti i viaggiatori diretti in Paesi diversi da Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone ed Europa occidentale. La vaccinazione contro tifo e paratifo è consigliata a tutti coloro che si recano per lunghi periodi nei paesi poveri o con scarse condizioni igienico-sanitarie. La vaccinazione contro la febbre gialla è essenziale per tutti i viaggiatori diretti in alcuni Paesi del Sud America e dell’Africa. La profilassi anti-malarica per i viaggiatori che si recano nelle aree di endemia non dovrebbe essere solo un optional perché in effetti rappresenta l'unico comportamento sicuro.
Cosa fare prima di partire?
“Cercare innanzitutto informazioni generali sul viaggio e la destinazione, fare richiami di vaccinazioni come ad esempio il tetano, polio e difterite; è sempre utile richiamare i vaccini di routine come epatite A, tifo e paratifo. Inoltre è bene eseguire una profilassi farmacologica sulla base della zona di destinazione e accertarsi sulle avvertenze speciali come il rischio di epatite B, rabbia, colera o altro”.